Il trio di Gothemburg
Ockra debutta per
Argonauta con un Ep di quattro brani. La band si è formata un paio di anni fa, ma i suoi componenti vantano svariate esperienze in ambito stoner, doom, psych-rock e punk. Qui la direzione primaria è un doom metal molto elaborato, che talvolta assume connotati strumentali quasi progressivi. Il sound è elegante, raffinato, con grande cura nelle melodie vocali sempre gradevoli ed efficaci. L'atmosfera dei brani è oscura, doomy, ma non così tetra da diventare soffocante. Si potrebbe dire che gli
Ockra adottano il sistema del "pugno di ferro in guanto di velluto", risultando tosti e solidi ma anche molto accessibili ed emozionali.
Un lungo episodio come "
Ruins" esprime al meglio le caratteristiche e l'orientamento della formazione svedese: c'è la lentezza gelida e possente del doom metal scandinavo, c'è la drammaticità della melodia, c'è il senso di sconforto ed abbandono, i controcanti della vocalist ospite
Ammy (Lastraj14, EPA), le aperture liquide psico-progressive di squisita fattura ma anche la densità del metal. Gran bel brano.
Anche le altre canzoni sono interessanti: "
In a dream" ha delle componenti leggiadre e fiabesche intrecciate ai riffoni del doom Candlemass-iano; "
Invisible walls" mostra invece un tiro più roccioso e deciso, quasi alla Mastodon / The Sword, pur senza rinunciare ai legami con l'oscurità Sabbathiana; "
Pendulum of time" è invece il brano più sperimentale con elementi lisergici e post-metal, una trama complessa ed avvolgente che promette molto bene per il futuro.
Buona prova d'esordio, doom band convincente. Tenetela d'occhio se siete appassionati del genere.
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