Hard rock con una lieve pennellata stoner per i milanesi
The Black Legacy, ennesima band scritturata dalla iper-attiva
Argonauta Records, sempre più punto di riferimento internazionale per l'underground heavy/hard alternativo. Il quartetto lombardo riprende le tematiche più tradizionali del genere, miscelando energia, groove, vibrazioni bluesy, tiro concreto e sufficiente freschezza di idee. Riff belli spessi, ritmiche mid-tempo, ottima impostazione vocale, assoli pungenti e ficcanti. Nulla di nuovo, rock'n'roll sporco per bikers e nostalgici settanta/ottantiani, ma di buon impatto e grande passione.
Lo svolgimento torrido e carnale di brani come "
Dying every night", "
Black flower", "
Queen of green hill" trasmettono un retrogusto alla Black Label Society. Temi torvi, viscerali, sanguigni, che non ambiscono a rinnovare lo scenario musicale contemporaneo, ma semplicemente a fornire un pizzico di "cazzimma" all'ascoltatore oppresso dalla frustrazione della società odierna.
I
The Black Legacy mostrano anche una identità più metallica, vedi "
Chains of pride" o "
Fire and stone", che avanzano con passo più pesante e roccioso mantenendo comunque cadenza ed intensità, di quelle che non fanno prigionieri. Un disco che scorre bene, tosto e caldo, ben suonato, con discreta qualità di songwriting ed un mood alcolico che evoca grandi band del passato.
La formazione italiana fa schiettamente il proprio dovere, realizzando un onesto lavoro groove-rock con un pizzico di asprezza stoner. Qualche brano molto efficace, altri più convenzionali, ma decisamente una prova positiva.
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