Devo ammetterlo, quando si parla di Saint Seiya (i Cavalieri dello Zodiaco) il mio battito cardiaco tende decisamente ad accelerare per tutto quello che hanno significato per me a partire dalla mia infanzia, tra cui il fatto di essermi appassionato all'Heavy Metal.
Ricordo infatti come se fosse ieri (anche se era il 2002), che il mio primo approccio con la nostra musica preferita fu grazie a un fan video di Saint Seiya (Shiryu che si sacrifica portando con se Shura di Capricorn) con
Flight of Icarus come colonna sonora.
Immaginate quindi la mia felicità nel sapere che uno dei gruppi che più stimo in Italia, i
Trick or Treat, avrebbero proposto un concept "liberamente" ispirato all'opera di
Masami Kurumada, e più nello specifico ai dodici più importanti Santi di Atena, i Cavalieri d'oro. Ho pertanto partecipato attivamente al crowdfunding (che in questo caso apprezzo ed è, secondo me, un'ottima possibilità e occasione per le band di media/piccola dimensione di avere totale controllo sulla propria musica), e ho gustato mese dopo mese le dodici canzoni dedicate ai cavalieri che sono uscite a partire da aprile 2019 con il pezzo dedicato al cavaliere della costellazione dell'Ariete, fino a marzo 2020 con la canzone per i Pesci.
Devo ammettere che, pur apprezzando fin da subito i pezzi proposti, ho faticato molto ad apprezzare questo metodo di fruizione della musica essendo strettamente legato al concetto di disco nella sua interezza, ma finalmente, dopo un anno, siamo qui a poter ascoltare la fatica dei
Trick or Treat nella sua interezza, grazie anche a
Scarlet Records,concentrata in 65 minuti di Power Metal contaminato di ottima fattura.
Dopo la breve intro
Ave Athena, si parte subito a mille con una
Aries: Stardust Revolution, una sfuriata Power firmata
Venturelli/Conti, dotata di ottimi riff e lick di chitarra, un Conti sempre sugli scudi e un ritornello decisamente accattivante.
Ma è con i pezzi successivi che si capisce la grandezza dei
Trick or Treat e di questo disco. Infatti, a partire dal roccioso heavy metal di
Taurus: Great Horn, o delle ritmiche thrashy di
Cancer: Underworls Waves, passando per
Gemini: Another Dimension, altra gemma più classicamente Power Metal (che vede Conti in duetto col formidabile
Yannis Papadopoulos, voce, tra gli altri, dei
Beast in Black), ci accorgiamo di come la band modenese sia riuscita a plasmare la musica più adatta al carattere dei personaggi creati dal maestro
Kurumada. Questa attenzione nella caratterizzazione dei personaggi è riuscitissima oltre che da un punto di vista musicale anche a livello di lyrics, dove lo sforzo dei
Trick or Treat di scrivere il testo impersonificandosi in ogni singolo personaggio è evidente e apprezzabile.
E che dire dei pezzi successivi? Una hit dietro l'altra! Si passa da ottimi pezzi più classicamente Power Metal, come
Leo: Lightning Bolt, a picchi di qualità assoluta come
Virgo: Tembu Horin, forse la canzone migliore del disco. Il pezzo è più lento, ma sorprendente, originale e fresco. Nato dalla mente di
Luca Setti, su una base orientaleggiante si sviluppa in un crescendo di emozioni che ben mostrano la ricerca della verità e la trovata consapevolezza del cavaliere della Vergine, il più vicino agli dei. Da segnalare, qui, come in tutto il disco l'ottima fattura dei soli di chitarra della coppia
Benedetti/Venturelli.
Si prosegue con la più spensierata e folkeggiante
Libra: One Hundred Dragons Force, pezzo più leggero, ma non meno ispirato, impreziosito dal violino della brava
Lucia La Rezza, e da un altro ottimo ritornello.
A fronte di una prima metà del disco praticamente perfetta, nella seconda troviamo qualche canzone, molto buono, ma leggermente inferiore alle precedenti, come
Scorpio: Scarlet Needle, o
Capricorn: Excalibur, pezzi veloci, dal taglio moderno in pieno stile Trick or Treat . Sia ben chiaro, non sono brutti pezzi, ma semplicemente inferiori al resto della tracklist.
C'è anche spazio per una ballad, ovviamente dedicata al sacrificio del cavaliere del Sagittario.
Sagittarius: Golden Arrow risulta molto riuscita nella sua poesia e nella sua delicatezza.
Le fasi finali del disco riescono ancora a sorprenderci, con un altro pezzo da 90,
Acquarius: Diamond Dust che nella mia classifica di gradimento metto al primo posto alla pari con la già citata
Virgo: Tembu Horin.
Il pezzo, che non sfigurerebbe tra classici degli anni 90 degli
Stratovarius, è pregno di quella malinconica freddezza che ben si adegua all'ultimo incontro,l'ultima lezione, lo scontro mortale, tra il maestro, Camus dell'Acquario e Crystal del Cigno, il suo allievo.
In chiusura abbiamo l'unico pezzo firmato da
Leone Conti, formidabile bassista della band,
Pisces: Bloody Rose, pezzo lento dalle tinte hard rock, delicato ed etereo, che sfuma nell'outro
Last Hour (The Redemption), degno commiato di un'ottima opera, che ascoltata da cima a fondo si amalgama perfettamente nella sua eterogeneità.
I Trick or Treat sono cresciuti ancora. Pur rimanendo legati a quel filone nerd anni 80 che fa dell'amarcord e della nostalgia la sua forza, i nostri brillano di luce propria grazie a una classe, una perizia ed una capacità compositiva fuori dal comune. A loro vanno tutti i miei complimenti e cento di questi dischi.