Con il passare degli anni e dei dischi, i neozelandesi Ulcerate si sono guadagnati un posto di assoluto rispetto tra chi ama le sonorità pesanti e cervellotiche grazie a lavori come "Everything Is Fire" o "Destroyers Of All": personalmente ho sempre trovato la loro proposta molto affascinante ma ho sempre faticato ad ascoltare i dischi della band nella loro interezza, tranne l'ottimo "Shrines Of Paralysis" dove la band dava qualche timido segnale di "ammorbidimento" del proprio sound. Da questo punto di vista possiamo sicuramente affermare che "Stare Into Death And Be Still" rappresenta la logica prosecuzione di quel percorso di cambiamento che già il disco precedente lasciava intravedere. D'altronde anche la scelta dei due singoli che hanno fatto da apripista al disco, "Dissolved Orders" e la titletrack, è stata esemplare in tal senso e per quanto mi riguarda ha da subito stimolato i miei appetiti e cullato le fantasie di trovarci tra le mani un'opera di indiscusso valore e spessore. Dopo ripetuti ed attenti ascolti possiamo certamente affermare che, almeno per quanto concerne i gusti di chi scrive, questo disco rappresenta l'apice della discografia degli Ulcerate e rappresenta la perfetta summa delle anime della band. A livello sonoro il disco non stravolge di certo quella che è la visione musicale del gruppo, da sempre alfiere di un death metal cervellotico, dissonante e tecnico, ma in un certo senso incanala al meglio le doti compositive degli Ulcerate in otto brani che rispetto al passato puntano meno sull'impatto sonoro e ci mostrano una band che in questa sede ha reso la sua proposta più accessibile e più ragionata, per quanto questi due termini possano suonare strani associati ai neozelandesi e a canzoni che durano dai 6 minuti in su. Permangono quindi tutti tratti distintivi degli Ulcerate fatti di ritmiche assurde e riff intricati, ma con una maggiore sensibilità melodica per quanto riguarda le trame di chitarra che continuano a proporci i consueti fraseggi dissonanti che rimandano in un certo senso ai Deathspell Omega di "Paracletus". Inutile sottolineare la perizia tecnica della band, abilissima nel calibrare alla perfezione le sfuriate di blast e doppia cassa e momenti più evocativi, quasi psichedelici: la sensazione che si ha ascoltando questo "Stare Into Death And Be Still" è che questo lavoro non perderebbe nemmeno un grammo della sua bellezza ed efficacia anche se si trattasse di un lavoro puramente strumentale, tale è la capacità degli Ulcerate di imbastire pezzi che sanno rapire ed irretire chi ascolta senza mai annoiare. Tra gli episodi sicuramente meglio riusciti di questo lavoro, oltre alle già citate titletrack e "Dissolved Order" possiamo sicuramente segnalare "There Is No Horizon", con il suo stupendo arpeggio e break centrale, ma anche "Drawn Into The Next Void", anche se risulta difficile lasciare fuori qualche pezzo tra le menzioni d'onore.
Siamo comunque dinnanzi ad un disco che necessita di qualche ascolto ripetuto ed attento per poter essere assimilato a dovere, ma una volta fatto vi assicuro che togliere "Stare Into Death And Be Still" dal vostro lettore cd diventerà molto difficile. Tecnica, creatività, genialità: gli Ulcerate possiedono tutte queste doti ed hanno, a mio parere, trovato il perfetto equilibrio tra tutti questi elementi che rendono questo album tra i lavori più interessanti e coinvolgenti che questo 2020 ha da offrire.