SIGN O' THE TIMES
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Perché piove sempre quando lavo la macchina?
Queste sono le domande che ognuno di noi, nella vita, si sarà posto almeno una volta; il senso dell'esistenza, la direzione, il costante mutare e divenire di ogni cosa e ogni persona, l'inesorabilità della semiretta della vita, ora basta che sembro il collega Pasta (o un testo a scelta di Battiato).
Perché tutto ciò? Solo per dirvi che il qui presente "
Crimson" mi ha svelato il segreto dei Tempo.
Ricordo ancora quando, ben 22 anni fa, tornai a casa con il primo tatuaggio, molto piccolo, sulla spalla destra. Mia madre pianse per due settimane, era una cosa disdicevole, "
da drogati" diceva. Segno dei tempi.... Come, prima di lei, pianse la sua, di madre, quand'ella si apprestò, fresca sessantottina, a presentarsi a casa con una gonna al di sopra del ginocchio... che scandalo!
Insomma, mezz'ora di pippe per dirvi che:
i tempi cambiano. E quello che a me oggi sembra impossibile, fuori posto, quasi un'offesa, tra venti, trent'anni sarà la normalità. Vale dappertutto, perché mai non dovrebbe valere nel magico mondo del Metallo?
Ed ecco quindi che, mentre vi scrivo in qualità di writer di un sito che si chiama
METALPUNTOIT (i più attenti di voi avranno capito che non tratta di punto croce, né di allevamento del pangolino), mi tocca ascoltare il brano n.1 di questo debut album dei nostrani
Volturian, che consta di
minuti 1,17 di MUSICA DANCE. E basta.
Inutile dirvi che lo Sbranfometro si è impennato, che ho dovuto ridefinire i parametri della
scala Amaranthe, dopo di che mi sono apprestato ad ascoltare il resto, col cuore malato... Ed infatti.
I
Volturian in due parole? Base metal, preferibilmente con chitarrone ribassate, ENORMI inserti di tastiere dai suoni tipo Dance Dance anni '90, voce femminile al microfono, chitarrista che ogni tanto infarcisce con qualche harsh vocal qua e là. Adesso ditemi, quante volte ci avete visto scrivere praticamente la stessa recensione?
Ed è proprio LI' che casca l'asino, caro il mio Sbranf. Perché, se ci sono così tante bands che fanno questa musica, significa che c'è il MERCATO, che chiede questa musica. Perché ti potranno fare schifo tutte per principio, ma evidentemente questi gruppi funzionano, vendono, fanno visualizzazioni e ascolti su Spotify, perché non c'è lo straccio di un concept e perché è tutto basato sull'immagine e sul DNA musicale, un DNA che, semplicemente, NON E' IL TUO. E qui, da recensore responsabile, è ora che la smetta di campare di Iron Maiden e compagnia dinosaura, perché la verità è che i Volturian sono attuali, ben prodotti, hanno brani più potenti ("
Between the Sleepers", la rammsteiniana "
The Killing Joke") e altri molto più accattivanti per il giovane pubblico ("
New Life", "
Broken", "
Days before you died"). C'è pure la cover della splendida "
Fading Like a Flower" dei
Roxette, per chi vi scrive
massacrata da un arrangiamento che, semplicemente, uniforma tutto alla struttura-canzone di questi nuovi anni '20.
Da pedagogo, un album come "
Crimson" mi fa percepire nettamente il bisogno di evasione, di sfogo, di ricerca di identità di una generazione isolata dalla tecnologia, che non sa più interagire e che cerca il contatto (quasi) solamente tramite il suo corpo digitale, virtuale. Da recensore, non posso che constatare il passare del tempo, e chinare mesto il capo di fronte al nuovo che avanza. Dalla mia, difendo il sacrosanto diritto di NON gradire questo nuovo corso dell'heavy metal: così poco metal, così poco sudato, così poco... musica, da farmi aprire gli occhi sulla mia vita, su quanta ne sia passata, e su quanto distante io sia da tutto questo. Alla fine, quasi quasi, stai a vedere che mi tocca pure dirgli grazie.