Fino a poco tempo fa mi ero scordato dell'esistenza dei canadesi Auroch, band che avevo avuto modo di vedere live in compagnia dei soci Mithocondrion in occasione della loro calata italica di qualche anno fa, ma così quando dalla lista dei promo disponibili è apparso magicamente il loro nome ho pensato fosse venuto il momento di rispolverare questa band. Certo, il fatto che a distribuire questo nuovo EP "Stolen Angelic Tongues" fosse la 20 Buck Spin ha contribuito un po' nella scelta dal momento che reputo la label ormai uno dei punti di riferimento per la musica estrema underground, ma nonostante tutto ero curioso di ascoltare a che punto fosse arrivata la band di cui ad essere onesto non serbavo grande ricordo: questa nuova uscita in realtà ci propone ben poca ciccia nuova visto e considerato che dalle cinque tracce che compongono il disco possiamo tranquillamente sforbiciare intro ed outro che ben poco aggiungono e tolgono al valore di questo EP. Le restanti tre canzoni invece si segnalano per un death metal davvero ferale spruzzato di black metal in cui gli Auroch sanno muoversi con abilità tra partiture votate all'assalto senza compromessi e momenti invece più ragionati dove le chitarre propongono un rifferama più lento e cadenzato che spezza il muro di blast beat e doppia cassa che arriva direttamente sul muso. Perfino quando la band si prende il lusso di proporre un brano più lungo ed articolato come "Carving The Axis Mundi" il risultato è buono, in un vortice di riff e batteria distruttiva capace di creare un Maelstrom in cui l'incauto ascoltatore finisce risucchiato, dove però i break e le aperture in questo quasi melodiche e dal vago restrogusto mediorientale (in tema con la copertina) riescono a non rendere il pezzo eccessivamente monotematico e monolitico, così come l'alternanza dietro al microfono dei vari Cuillen, S.M. e Z.C. fornisce una discreta varietà timbrica delle vocals, sempre fedele al growl, ma con varie sfumature di cupezza.
Certamente tre pezzi non sono il massimo per poter rappresentare una fedele istantanea dello stato di salute di una band, che con "Stolen Angelic Tongues" propone una musica non particolarmente originale ma sicuramente focalizzata nel proporre una violenza sonora sempre in bilico tra ferocia iconoclasta e momenti più ragionati ma non per questo meno letali. Li aspettiamo quindi al varco del prossimo disco per capire di che pasta siano veramente fatti gli Auroch.
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