Ci sono almeno due maniere differenti di affrontare un genere musicale molto celebre, rodato e codificato … rievocandolo con “nostalgia” e candore, infarcendolo di pose (gradevolmente) stantie, di un immaginario seducente e magari un po’ pacchiano, oppure “strapazzandolo” a dovere, cercando di adattarlo al presente, pur mantenendone intatte le caratteristiche essenziali.
Così, se molti credono che per commemorare lo
street-metal siano sufficienti
make-up, capelli cotonati e
monicker irriverenti (infarciti di lettere doppie, x e y …), dall’altra c’è chi trasmette l’idea di una “vera” attitudine stradaiola, concreta, reale, in cui la “storia” del settore diventa qualcosa da vivere sulla propria pelle senza rimpianti.
Tra i gruppi ispirati dal secondo orientamento descritto ci sono sicuramente i
Bullets and Octane,
sleaze-rockers di St. Louis (ma con base a Los Angeles, per una maggiore “infusione” nel
mood della scena di riferimento), influenzati da L.A. Guns, Guns n’ Roses, Social Distortion e Backyard Babies, in un misto di
punk,
hard-rock, rabbia e scelleratezza molto pragmatica, capace di celebrare l’età dell’oro del genere con una carica adatta anche alle nuove generazioni.
Una “roba” che può ricordare l’approccio di Buckcherry (e non è un caso che il singolo “
Ain’t gonna be your dog” sia stato scritto con il loro ex chitarrista
Keith Nelson) e Hinder, per una
band che non ha “paura” di condividere il palco con Avenged Sevenfold, Stone Sour, Korn ed Eagles Of Death Metal, come accaduto in passato.
E allora ecco che “
Riot riot rock n roll” si rivela un’autentica esplosione di energia e sfrontatezza, a tratti saggiamente “ruffiana”, ma sempre dal notevole impatto, il tutto concentrato in trentatré minuti di inesorabile profusione adrenalinica.
Il tiro micidiale della
title-track colpisce come un treno in corsa e se la già citata “
Ain’t gonna be your dog” s’insinua nei sensi subdola e strisciante, a “
The devil” è affidato il compito di sedurli attraverso una scorticante modalità operativa.
Se vi siete mai chiesti come suonerebbe una rissa tra Van Halen e Foo Fighters, “
Give me a reason” potrebbe aiutarvi a trovare una plausibile risposta, mentre “
As the bombs fall” pulsa nuovamente d’insinuante
punk n’roll e “
Addicted to outrage” abbassa ulteriormente le luci, ammantando di notturna licenziosità il caro vecchio
rock-blues.
“
Heaven can wait” è un altro brano che con un po’ di fortuna farebbe la sua “sporca figura” nelle
heavy rotation delle programmazioni radiofoniche “alternative” contemporanee, cosa che potrebbe capitare anche alle dissertazioni
swingate di “
Chaos” e alla melodia tenebrosa di “
Rooftop tears”, non lontana da certe cose targate The 69 Eyes e HIM.
La “botta” finale alla Space Age Playboys, intitolata “
Lost crazy psycho”, lascia l’ascoltatore appassionato soddisfatto, saturo di benefica elettricità nell’organismo e di cori accattivanti nella memoria … con i
Bullets and Octane la strada brucia ancora.
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