Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:49 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. DAR-AKH-QAYIN
  2. ELSEWHERE & ELSEWHEN
  3. KINGSHIP
  4. BEFORE THE MONOLITH
  5. A VIOLENT LIGHT
  6. THE AUROUS NESCIENCE
  7. PALISH-I
  8. SCRYING THE IOSIS
  9. WE LEFT OF OUR OWN VOLITION

Line up

  • G. McCaughry: vocals
  • Cedric Deschamps: bass
  • Rob Lapalme: drums
  • Pascal Pelletier: guitars

Voto medio utenti

Disco complesso e contorto questo "Temple Of Wounds", esordio discografico, edito dalla Svart Records, per i canadesi Blight, gruppo formatosi nel 2008 che solo dodici anni dopo riesce a rilasciare il primo album, dopo una serie di EP, demo e Split.
Non siamo, dunque, al cospetto di novellini, e la cosa si sente tutta lungo i solchi virtuali di questo lavoro.
La proposta dei Blight è ascrivibile al genere Black Metal, ma è molto lontana dalle coordinate stilistiche dei fondatori nordici poiché risulta essere intimamente intrecciata con il death metal e ricca di soluzioni vocali dal sapore mistico (a tratti quasi gotico), caratteristiche che rendono il suono del gruppo di Montréal possente, duro come una imponente montagna e geometrico nelle sue traiettorie dal sapore matematico.
Quasi mai i Blight scelgono la velocità per esprimersi, prediligendo piuttosto i tempi medi che sono in grado di esaltare la sensazione di potenza sprigionata da un album davvero mastodontico nella sua forza e mai incline a nessuna facile melodia quanto, invece, attento alla distruzione, controllata, di tutto quello che gli sta attorno.
Distruzione che viene perpetuata attraverso vocals rabbiose e cariche di odio (e sempre multiformi), attraverso un riffing intricato che crea un vero e proprio labirinto armonico intorno all'ascoltatore, e per mezzo di una sezione ritmica precisa come un metronomo e priva di sentimenti come una bieca macchina da guerra lasciata senza freni.

"Temple Of Wounds" è espressione moderna del black metal: nelle sue note non troverete gelo o oscurità, ma verrete sommersi da un magma grigio, che lento ed inesorabile, vi seppellirà con la sua violenza belluina e la sua rabbiosa volontà di annichilimento, che in davvero poche occasioni mi è capitato di ascoltare con tale chiarezza e vigore.
Non sarà per niente facile, lo preannunciavo all'inizio, ascoltare tutto di un fiato un disco così poco umano: tuttavia, le sensazioni di male assoluto che esso sarà in grado di materializzare davanti ai vostri occhi e dentro le vostre orecchie saranno miele per tutti quelli che si nutrono di sonorità care a band come Cobalt o Kriegsmachine che, di fatto, sono quanto di più simile ai Nostri possiate ascoltare in giro.
Il male ha certamente diverse facce: "Temple Of Wounds" è una di queste, e le ferite che l'album procurerà al vostro animo saranno dolorose e difficilmente guaribili.
Che il massacro abbia inizio.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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