Disco complesso e contorto questo
"Temple Of Wounds", esordio discografico, edito dalla S
vart Records, per i canadesi
Blight, gruppo formatosi nel 2008 che solo dodici anni dopo riesce a rilasciare il primo album, dopo una serie di EP, demo e Split.
Non siamo, dunque, al cospetto di novellini, e la cosa si sente tutta lungo i solchi virtuali di questo lavoro.
La proposta dei
Blight è ascrivibile al genere Black Metal, ma è molto lontana dalle coordinate stilistiche dei fondatori nordici poiché risulta essere intimamente intrecciata con il death metal e ricca di soluzioni vocali dal sapore mistico (a tratti quasi gotico), caratteristiche che rendono il suono del gruppo di Montréal possente, duro come una imponente montagna e geometrico nelle sue traiettorie dal sapore matematico.
Quasi mai i
Blight scelgono la velocità per esprimersi, prediligendo piuttosto i tempi medi che sono in grado di esaltare la sensazione di potenza sprigionata da un album davvero mastodontico nella sua forza e mai incline a nessuna facile melodia quanto, invece, attento alla distruzione, controllata, di tutto quello che gli sta attorno.
Distruzione che viene perpetuata attraverso vocals rabbiose e cariche di odio (e sempre multiformi), attraverso un riffing intricato che crea un vero e proprio labirinto armonico intorno all'ascoltatore, e per mezzo di una sezione ritmica precisa come un metronomo e priva di sentimenti come una bieca macchina da guerra lasciata senza freni.
"Temple Of Wounds" è espressione
moderna del black metal: nelle sue note non troverete gelo o oscurità, ma verrete sommersi da un magma grigio, che lento ed inesorabile, vi seppellirà con la sua violenza belluina e la sua rabbiosa volontà di annichilimento, che in davvero poche occasioni mi è capitato di ascoltare con tale chiarezza e vigore.
Non sarà per niente facile, lo preannunciavo all'inizio, ascoltare tutto di un fiato un disco così poco umano: tuttavia, le sensazioni di male assoluto che esso sarà in grado di materializzare davanti ai vostri occhi e dentro le vostre orecchie saranno miele per tutti quelli che si nutrono di sonorità care a band come Cobalt o Kriegsmachine che, di fatto, sono quanto di più simile ai Nostri possiate ascoltare in giro.
Il male ha certamente diverse facce:
"Temple Of Wounds" è una di queste, e le ferite che l'album procurerà al vostro animo saranno dolorose e difficilmente guaribili.
Che il massacro abbia inizio.
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