Old Corpse Road - On Ghastly Shores Lays The Wreckage Of Our Lore

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:63 min.
Etichetta:Trollzorn Records

Tracklist

  1. ON GHASTLY SHORES LAYS THE WRECKAGE OF OUR LORE
  2. HARBINGERS OF DEATH (VOICES IN THE TEMPEST)
  3. BLACK SHIP
  4. SEA FIRE
  5. AS WAVES DEVOUR THEIR CARCASSES
  6. DEMONS OF THE FARNE
  7. THE GHOSTS OF THE RUINOUS DUNSTANBURGH CASTLE
  8. WATERLORE

Line up

  • The Dreamer: percussion, ambiance
  • The Bearer: guitars, vocals
  • The Wanderer: bass, vocals (spoken word)
  • The Revenant: guitars, vocals
  • The Watcher: keyboards, vocals

Voto medio utenti

Il terzo lavoro degli inglesi Old Corpse Road è un album multiforme, cangiante, difficilmente inquadrabile in un solo genere preciso.
Questa cosa, a seconda dei punti di vista, può essere un bene o un male.
Ispirandosi al folklore anglosassone, "On Ghastly Shores Lays The Wreckage Of Our Lore" tocca lidi prettamente black metal, si "avventura" in partiture recitate dal sapore sinfonico, ha un'anima indubbiamente pagana e sfrutta, ovviamente, una forte dose di folk per creare una atmosfera molto "inglese", elegante, pomposa ma anche drammatica quando sottolinea determinati passaggi.
Certamente il gruppo di Darlington non si limita a percorrere sentieri semplici ma si impegna a fondo per rendere personale la propria proposta: durante l'ascolto dell'album, infatti, noterete tante influenze diverse, sia estreme sia più classiche, e sarete sorpresi dai continui cambi di registro e di tono nei quali incappa la musica pur se, in fase di regia, si avverte sempre la presenza di una mano attenta che impedisce a "On Ghastly Shores Lays The Wreckage Of Our Lore" di disperdersi in troppi arzigogoli senza riuscire a cogliere un punto preciso.
Gli Old Corpse Road, al contrario, pur cimentandosi anche in brani ben oltre i dieci minuti, non risultano mai tediosi e mantengono sempre un approccio piuttosto estremo che, a mio avviso, giova al risultato finale, anche se, troppo spesso, sembra di ascoltare i Cradle of Filth in versione epica senza pipistrelli che svolazzano intorno, ma, al netto di questo "difetto", le doti di songwriting sono evidenti così come quelle di arrangiamento, e la passione risulta chiaramente in quello che i musicisti fanno, cosa, questa, che difficilmente porta a risultati mediocri.
Tra pianoforti leggiadri, melodie doom dal sapore epico, toni guerreschi, accelerazioni black, archi sinfonici, growl e scream stridulo, l'album ci accompagna per oltre un'ora tra gli oscuri e fecondi miti della terra di Albione dandoci la sensazione che gli Old Corpse Road siano dei moderni cantastorie alle prese con disgustosi racconti di apparizioni orribili, creature demoniache e confessioni omicide che "arricchiscono" la loro terra verde e amata.
Volete ascoltarli?
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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