Spirit Adrift - Curse of Conception (Reissue)

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:53 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. EARTHBOUND
  2. CURSE OF CONCEPTION
  3. TO FLY ON BROKEN WINGS
  4. STARLESS AGE (ENSHRINED)
  5. GRAVESIDE INVOCATION
  6. SPECTRAL SAVIOR
  7. WAKIEN
  8. ONWARD, INWARD

Line up

  • Nate Garret: vocals, guitar
  • Jeff Owens: guitar
  • Chase Mason: bass
  • Marcus Bryant: drums

Voto medio utenti

Stimolata dall'ottimo successo di "Divided by darkness", uscito lo scorso anno per 20 Buck Spin, la Century Media ha messo sotto contratto gli Spirit Adrift per i prossimi lavori e si è affrettata a ristampare anche l'album precedente, cioè questo "Curse of conception" del 2017.
Gli Spirit Adrift sono nati nel 2015 come progetto solista del polistrumentista e vocalist Nate Garret, di Phoenix, Arizona. Iniziativa con aspetti taumaturgici e di rinascita personale, visti i gravi vissuti dell'artista alle prese con una devastante dipendenza dall'alcool e dalle droghe. L'Ep di esordio ("Behind-beyond", 2016) ed il primo full-length ("Chained to oblivion", 2016, Prosthetic Records) sono un parto quasi esclusivo dell'impegno e della volontà di Garret in sala di registrazione. Dopo il buon riscontro locale e la significativa richiesta di prestazioni dal vivo si è formata una line-up più compiuta, con l'ingresso di Marcus Bryant alla batteria (tutt'ora presente) e di Jeff Owens alla chitarra e Chase Mason al basso (presenti su questo disco, ma non nel successivo). Incrementato la propria esperienza grazie ad un'impressionante serie di partecipazioni a festival statunitensi e concerti insieme a gente come Corrosion of Conformity, Khemmis, Pallbearer, Gatecreeper, ecc, la formazione americana realizza questo secondo album.
Un lavoro doom-metal di grande spessore, complesso ed articolato nelle sue molteplici sfaccettature. Troviamo elementi della scuola neo-sabbathiana, ma anche richiami all'ecletticità dei Cathedral, al metal contemporaneo di The Sword e Saviours, perfino una sottile indole progressiva fatta di strutture sonore flessibili ed atmosfere cangianti. Disco che coniuga bene impatto immediato e profondità di ascolto, cosa certamente rimarchevole.
La voce stentorea di Garret è certamente protagonista in tutto l'album, per capacità evocativo-drammatica, all'interno di un sound melodic-doom lento e solenne, molto Candlemass-iano. Pezzi come "Earthbound" o "Spectral savior" rappresentano pienamente la forza celebrativa del doom contemporaneo, con i suoi fondamenti Sabbathiani rivisti e riconsiderati alla luce dell'evoluzione metal ultradecennale. La title-track è l'esempio perfetto di tale sincretismo: vocals Ozzyane si sposano con parti strumentali potenti ed elaborate, con retrogusto funereo ed attitudine melodica ombrosa e liturgica.
Ancora più elegiaci e scenografici brani come "Starless age" o "Onward, inward", che evocano il senso di abbandono e di deliquio dei sensi alla Solitude Aeturnus, ma con passaggi dal tiro maggiormente granitico e rockeggiante. Ottimi ed abbondanti assoli, riff complessi, ritmiche quadrate. Niente da dire, gli Spirit Adrift sono una formazione ispirata e dotata. Non innovatori di uno stile ormai abbastanza codificato, ma certamente capaci di esprimere una grande sensibilità doomy ed una notevole forza d'impatto.
Se amate il neo-doom metal e non possedete ancora questo disco, approfittate della sua ristampa e procuratevelo. Non resterete delusi.

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