“Real Metal for True Bastards”.
Nessun sito potrebbe raccontare una verità più grande di questa ma il sito degli Wolf ha focalizzato a perfezione il punto. I Wolf suonano vero metal per bastardoni, metal rozzo, cattivo, aggressivo, classicissimo, sporco, insomma gli Wolf sono il metal. Avoglia ad aspettare ancora che i dinosauri del metal, come Judas Priest ed Iron Maiden, facciano dei dischi decenti che ci facciano sbattere la testa come 15 anni fa, ma noi ce ne freghiamo perché “The Black Flame” è tutto quello che vogliamo.
Iron Maiden che incontrano Mercyful Fate, recita il loro sito, ed in effetti è proprio così. Ne è passato di tempo da quel disco omonimo, ricordato da tutti per la copertina fantastica (asd), che sembrava il plagio di un qualsiasi disco vecchio dei Maiden, e pian pianino gli Wolf sono cresciuti, sono maturati, hanno assunto una loro dimensione, ma l’influenza classica che la band di Steve Harris ha esercitato su di loro è inestirpabile, mentre il cantato sottile e diabolico di Niklas Stalvind, anche alla chitarra, ricorda molto King Diamond, con quelle atmosfere maligne ed infernali che solo gli scandinavi riescono a ricreare a perfezione nelle loro composizioni.
D’altronde, già dalla copertina e da titoli come “I Will Kill Again”, “At The Graveyard”, “Black Magic”, “Demon”, “The Dead” e la conclusiva “Children of the Black Flame” chiariscono bene l’intenzione dei nostri di tenersi alla larga da ambientazioni allegre e spensierate, ed infatti ogni brano sprigiona odio e malvagità, alla faccia di chi afferma che il metal classico non può essere altro che fiorellini e peace & love.
Paradossalmente proprio questi appena citati sono i brani migliori del disco, una colata d’acciaio fuso, riffs furiosi da perfetto headbanging che sfociano in bridge e chorus assolutamente coinvolgenti, senza mai essere troppo melodici, ma che comunque si stampano in testa e fanno venir voglia di urlare a squarciagola! “Seize the Night” sembra “Be Quick or Be Dead” suonata dagli Slayer, “Steelwinged Savage Reaper” sono i Judas Priest che si mescolano ai Grave Digger di “Symphony of Death”, tra argomenti che svariano da omicidi, a morti sepolti vivi, cimiteri e fiamme nere…insomma, un disco più metal di questo non esiste.
Gli Wolf sono gli alfieri del real metal del 2000, sta a voi farne parte!