Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:53 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. CURSE THE GODS
  2. NAILED TO THE CROSS
  3. BORN TO PERISH
  4. MAD BUTCHER
  5. LIFE WITHOUT SENSE
  6. BETRAYAL
  7. TOTAL DESASTER
  8. THE BUTCHER STRIKE BACK
  9. THRASH TILL DEATH
  10. BESTIAL INVASION

Line up

  • Schmier: bass, vocals
  • Mike: guitars
  • Randy Black: drums
  • Damir Eskić: guitars

Voto medio utenti

Quest’anno data la pandemia in corso non avremo nessun evento live estivo, ma possiamo consolarci con un bel live album dei thrashers tedeschi.
Si vede che i nostri non volevano lasciare soli i compagni di etichetta Kreator; questo disco dal vivo segue di un anno l’ultimo full pubblicato e soprattutto segue a undici anni di distanza il precedente live “The Curse Of The Antichrist-Live In Agony” del 1999.
Questo album è stato registrato dal vivo durante l’edizione scorsa del Party San, evento celebre a tinte heavy sul suolo tedesco, in pratica la band giocava in casa.
Bisogna anche dire a onor del vero che la band guidata dal buon Schmier è sempre stata un carro armato sul palco, e qui di energia trasmessa dalla formazione ce n’è a tonnellate.
Questo concerto certifica appieno quello che ho detto prima; qui abbiamo dieci brani di puro, furioso e possente thrash metal teutonico, una sorta di summa della lunga carriera della band germanica.
L’apertura con “Curse the gods” mi ha fatto scapiccollare come un dannato, perché questo brano diretto, serratissimo e feroce ti prende veramente alla gola.
I due pezzi scelti dell’ultima fatica dei nostri tra i quali la titletrack non sfigurano affatto nella scaletta, questo merito è anche della rinnovata formazione che viaggia compatta e soprattutto non si fa certamente scrupolo a devastare lo stage a colpi di thrash metal.
Il caposaldo “Mad butcher” , è un pezzo che è un superclassico e non ti stancheresti mai di ascoltare; il leader e bassista offre una prestazione vocale feroce alternando anche urla acute o scurendo il tono al limite del growl.
La lunga “Life without sense” è un pilastro, dove non per forza bisogna correre ma si può anche essere pesanti, diretti e distruttivi come pochi; un brano che nonostante sia del 1986 è un pilastro nella storia dei nostri.
La cosa che più mi ha colpito è che la band nonostante sia una delle più longeve nel genere, ha una freschezza, dinamicità e soprattutto passione che ti coinvolge e ti trasmette un’energia pazzesca; la chiusura è affidata a quel monumento a nome “Bestial invasion”.
Un bel documento live, un album registrato in maniera eccelsa che fa capire cosa voglia dire trovarsi davanti ai mitici Destruction, perciò mano al portafogli!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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