Quest’anno data la pandemia in corso non avremo nessun evento live estivo, ma possiamo consolarci con un bel live album dei thrashers tedeschi.
Si vede che i nostri non volevano lasciare soli i compagni di etichetta
Kreator; questo disco dal vivo segue di un anno l’ultimo full pubblicato e soprattutto segue a undici anni di distanza il precedente live “
The Curse Of The Antichrist-Live In Agony” del 1999.
Questo album è stato registrato dal vivo durante l’edizione scorsa del
Party San, evento celebre a tinte heavy sul suolo tedesco, in pratica la band giocava in casa.
Bisogna anche dire a onor del vero che la band guidata dal buon
Schmier è sempre stata un carro armato sul palco, e qui di energia trasmessa dalla formazione ce n’è a tonnellate.
Questo concerto certifica appieno quello che ho detto prima; qui abbiamo dieci brani di puro, furioso e possente thrash metal teutonico, una sorta di summa della lunga carriera della band germanica.
L’apertura con “
Curse the gods” mi ha fatto scapiccollare come un dannato, perché questo brano diretto, serratissimo e feroce ti prende veramente alla gola.
I due pezzi scelti dell’ultima fatica dei nostri tra i quali la titletrack non sfigurano affatto nella scaletta, questo merito è anche della rinnovata formazione che viaggia compatta e soprattutto non si fa certamente scrupolo a devastare lo stage a colpi di thrash metal.
Il caposaldo “
Mad butcher” , è un pezzo che è un superclassico e non ti stancheresti mai di ascoltare; il leader e bassista offre una prestazione vocale feroce alternando anche urla acute o scurendo il tono al limite del growl.
La lunga “
Life without sense” è un pilastro, dove non per forza bisogna correre ma si può anche essere pesanti, diretti e distruttivi come pochi; un brano che nonostante sia del 1986 è un pilastro nella storia dei nostri.
La cosa che più mi ha colpito è che la band nonostante sia una delle più longeve nel genere, ha una freschezza, dinamicità e soprattutto passione che ti coinvolge e ti trasmette un’energia pazzesca; la chiusura è affidata a quel monumento a nome “
Bestial invasion”.
Un bel documento live, un album registrato in maniera eccelsa che fa capire cosa voglia dire trovarsi davanti ai mitici
Destruction, perciò mano al portafogli!
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