C'è una sorta di fascino misterioso che pervade il black metal russo e che lo rende capace di essere, al tempo stesso, elegante e truce.
Il secondo album per gli
Vspolokh non si "sottrae" a questa caratteristica e ci offre una serie di brani in grado di trattare la miseria della propria terra di origine in modo assolutamente elegante e con atmosfere costantemente in bilico tra nera disperazione ed epico spirito di ribellione.
Fascino dunque.
Irresistibile ed in grado di stringerti nella sua forte morsa senza darti la possibilità di fuggire.
"Помре" è l'essenza della Madre Russia ed è un lavoro lontano dal comune "sentire" del metallo nero.
Nel suo interno c'è lo spirito della gente del lontano Est, c'è quell'aspetto folk minimale e sofferto del colosso ex sovietico, c'è l'orgoglio di un popolo che ha lottato millenni con la miseria e con il resto del mondo senza mai piegare la testa, c'è una passione che trascende il tempo e che viene alimentata dal gelido vento delle steppe.
Ogni singola nota ferisce la pelle mentre ti provoca brividi di piacere.
Ogni melodia, rabbiosa e colma di dolore, ti imprigiona nel suo circolo per pochi intimi.
La musica, con i sui ritmi devastanti e gli arrangiamenti ricchi di dettagli inattesi, è quanto di più intimo e dissacrante possiate pretendere possa derivare dall'animo di un essere umano.
"Помре" non è solo un album di black metal: è il grido dell'uomo che non ha più eroi ma solo il loro lontano ricordo, è, dunque, il suono di chi non ha più niente ma che alza, in ogni caso, la testa orgoglioso verso il cielo sfidando il vento ed il gelo con la consapevolezza della propria identità ed appartenenza.
I
Vspolokh compongono un capolavoro perché lo fanno in modo sincero e lontano da qualsiasi forma di vile mercificazione: questa è la vera musica, quella che si erge ad arte e ci affascina con il suo linguaggio universale capace di rivolgersi a tutti quelli in grado di saperla capire davvero.
Non fermatevi alle "limitazioni" del genere: fate vostro questo album e godete di questa tremenda magnificazione del dolore.
Lunga vita al Male.
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