Sarà per il fatto che "
Too Late to Pray" è uno dei primissimi dischi che il sottoscritto abbia ascoltato durante il mio iniziale processo di avvicinamento al metal, avere 12 anni e non sentirli, sarà per il fatto che i
Tyrant non hanno mai avuto un briciolo di successo pur non avendo mai registrato un disco brutto, peraltro con quasi dieci anni di pausa tra il secondo ed il terzo, sarà per il fatto che questo disco viene cantato da
Robert Lowe, altro cantante pazzesco ed estremamente sottovalutato, insomma sarà per tutti questi motivi insieme ma "
Hereafter" che nel panorama internazionale non se lo sta filando praticamente nessuno (tanto per cambiare, poveracci) rappresentava per me uno dei dischi più attesi di questo sciagurato 2020, anno infame per quanto riguarda il mondo ma che musicalmente sta riservando davvero tante ottime conferme e sorprese.
E sinceramente, questa volta, qualcosa di buono me l'aspettavo dai Tyrant, anche perchè nonostante i 26 anni di assenza dalle scene in passato non mi avevano mai fatto storcere la bocca, e così anche oggi si ripete la stessa scena di un disco non solo estremamente soddisfacente ma senza dubbio uno di quelli che si giocherà la top 10 nella poll di fine anno.
Intendiamoci, a me dispiace che il vecchio
Glen May non sia della partita, in fondo lui è anima dei Tyrant alla pari di
Rocky Rockwell e
Gregory May che dal 1978 portano avanti in maniera così indefessa e romantica l'ideale dei quattro californiani, ma se proprio avessi dovuto scegliere un sostituto...beh, i candidati ideali sarebbero stati o Lowe o
James Rivera, quindi ben venga il texano che prima con i "
sottovalutati" (abituatevi all'uso di questo aggettivo nel corso della recensione)
Solitude Aeturnus e poi con i celebri
Candlemass ci ha deliziato, peraltro registrando con gli svedesi tre dischi meravigliosi ed, indovinate un po'? esatto,
sottovalutati.
La quarta parte dell'eterna "
Tyrant's Revelation" ci introduce in "Hereafter" ed è subito magia con i roboanti riff di "
Dancing on Graves", a tal punto che fin dal primo ascolto "mi si è drizzato il pelo" come direbbe il nostro Frank che peraltro so benissimo che sta ascoltando anche lui il disco mentre sta leggendone il mio parere, decantandone le lodi sui social e sul nostro forum e probabilmente anche la sua poll sarà infestata dal logo fumoso e storico dei Tyrant; ragazzi, c'è poco da fare, questi signori sono in grado di creare delle atmosfere realmente sinistre, evocative e METAL, senza bisogno di toccare il tasto "revival" o del sentimentalismo, questo disco lo sto divorando da due mesi e non solo non ha perso un'oncia del proprio valore, che qualcuno potrà credere esagerato dal mio entusiasmo iniziale... no no, ogni settimana che passa lo ascolto ancora di più, sempre a volume più alto, col pelo sempre più drizzato che tra poco lo perdo del tutto.
Dieci brani, il giusto, nemmeno lunghi e tutti piu' o meno sui quattro minuti di durata, tranne l'epica titletrack che arriva a 8 minuti e mezzo di pura magia anche grazie a degli assoli che più evocativi non si può, certo inutile andare a cercare paragoni improbabili ragazzi, mettiamo subito le cose in chiaro: Lowe è un cantante diverso da Glen May, totalmente.
Impossibile paragonarli, la rabbia, il fomento, la "sporcizia" di May sono irripetibili, Lowe gioca su altri piani consacrando i Tyrant su altari della sacralità, epici, giocoforza spostandoli un poco su territori a volte doomosi, come la nera "
Fire Burns", cinerea come la splendida copertina che tuttavia lascia intravedere uno spiraglio di luce dopo l'apocalisse...
Un disco splendido, ammantato di grazia, possente e fiero e che, come i vecchi bei tempi, si lascia amare e desiderare sempre di più ad ogni ascolto, lontano da logiche di mercato catchy e mordi e fuggi che le strategie dello streaming dettate dal business vogliono imporci: potranno certo riuscirci con imberbi 16enni che pensano che l'hip hop salverà il mondo ma con noi vegliardi 40enni che abbiamo ascoltati "Legions of the Dead" nei magici anni '80 e che sappiamo quanto i Tyrant siano
SOTTOVALUTATI (era tanto che non lo scrivevo) tutto questo non attacca.
Fatevi 'sto regalone, andate sullo store della
Shadow Kingdom (altra etichetta a cui ergere un altare di ringraziamento) e prendetevi il cd o se potete lo splendido vinile nero che così vi gustate meglio anche la copertina.
E se non credete al Graz (dopo tutti questi anni mi pare impossibile, ma vi lascio il beneficio del dubbio) cliccate play qua sotto.