Ed ora eccomi qui a trattare la ristampa dedicata al secondo full degli svizzeri
Samael.
Questa riedizione vede rinnovata la veste grafica con la cover originale, e soprattutto ospita i testi per la prima volta ed esce per la francese
Osmose Productions su licenza della
Century Media Records.
Questo album vede qualcosa cambiare in seno alla line up, perché viene assoldato al basso
Masmiseim che resterà insieme ai fratelli fino all’album del 2011 “
Lux Mundi”.
Nonostante questo album esca solo dopo un anno dal debut del quale ho trattato in precedenza c’è un lieve cambio stilistico, dove i riferimenti thrash erano presenti nel primo album, qui sono scomparsi in favore di un sapore sonoro death.
L’opener “
Epilogue” apre il disco con orchestrazioni, rumori sinistri e una voce narrante che ci apre le porte dell’oltretomba.
Questo porta alla cadenzata “
Beyond the nothingness”, cavalcata death/doom con chitarre scure dai riff serrati e un sapore marcio.
Le vocals sono cavernose e rabbiose nell’insieme, la produzione è potente e pulita e fa risaltare gli strumenti.
“
After the sepulture”, è anch’essa pregna di umori doom metal ma sporcati dal black metal maligno della formazione svizzera.
Un brano che puzza di marciume, con riffing al limite del death metal e rallentamenti pesanti uniti ad uno screaming dal taglio rabbioso.
La titletrack è tellurica con un andamento veloce, selvaggio e furioso; riffing selvaggi con il basso ben in evidenza reggono bene la struttura.
All’interno c’è un rallentamento cadenzato dove lo screaming cavernoso è inquietante prima dell’accelerazione; brano dinamico con cambi di tempi e un riff quasi venomiano.
“
Since the creation…” è un breve tappeto atmosferico di tastiere con un growl narrante di impronta classica che porta alla lunga e doomy “
With the gleam of the torches”.
“
Total consecration”, è una semi strumentale sorretta dalle tastiere e synth che con un giro inquietante e dissonante vuole creare un’atmosfera drammatica e oscura; lo screaming che declama liriche all’oscuro signore appare brevemente.
La conclusiva “
…Until the chaos” prosegue lo stile doom con un riffing dalle sporcature death metal.
Brano possente dove lo screaming cavernoso è posto dietro alla componente strumentale, molto bella la cavalcata posta nell’intermezzo con un bel riffone centrale.
Secondo album che per certi versi chiude la parentesi black metal del gruppo elvetico, perché la band ha in mente di evolversi drasticamente verso altri lidi artistici e creativi, dopo non sarà più come prima.
Queste ristampe servono soprattutto a far conoscere ai più giovani chi fossero nei primi passi.
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