Sono passati quasi vent'anni, diciannove per la precisione, da quando tutto il mondo musicale fu scosso da una scarica di odio infinitamente potente e surreale, l'Inghilterra ancora una volta riuscì a sfornare un album talmente innovativo da far sbigottire chiunque si fosse imbattuto nei Napalm Death dell'ormai Cathedral Lee Dorrian; ebbene è sempre l'odio il filo conduttore in tutti questi anni della band, nonostante cambiamenti di line up dal primo "Scum" passando per i masterpieces fino a "Smear Campaign" ultima fatica del quartetto di Birmingham.
A pochissimi giorni dalla dolorosa scomparsa dell'ex chitarra Jesse Pintado, che tanto ha dato alla causa Napalm Death, vede la luce un nuovo furioso capitolo molto ispirato e anche stranamente innovativo, sembra infatti che la maturità della band porti ad una nuova linfa vitale, un rinnovamento inatteso, un album che è un mix tra sonorità del passato e ricerche noise con un enorme omaggio agli Swans, introduzione di sporadiche tastiere qua e la, timide melodie e groove imperiosi, il songwriting denota infatti un'apertura musicale molto interessante senza discostare troppo dalle caratteristiche principali che hanno reso famosa la band in tutto il mondo; testi sempre più incazzati e incentrati, come ormai è di moda e di obbligo per una band del genere in un periodo come quello che stiamo vivendo, su argomenti che trattano l'enorme piaga della guerra, codici morali e religiosi, ma anche riguardanti, pensate un pò, i diritti degli animali, sparati con una aggressività inaudita dallo screaming tagliente di Mitch Harris intrecciato come mai è stato fatto finora con il potentissimo Growl di Mark "Barney" Greenway (mi sono sempre chiesto le origini di questo soprannome dopo aver visto ogni puntata dei Simpson, la somiglianza con l'omonimo personaggio animato è curiosissima, specialmente dopo il taglio di capelli n.d.a.).
Track by track l'album non rivela mai una logica compositiva, stupiscono variazioni di sound, fino ad arrivare alla solita collaborazione di un'artista così tanto richiesta oramai anche dalle band più affermate, ma questa è una vera e propria sorpresa, deliziosa, la presenza di una voce femminile, più precisamente quella di Anneke Van Giersbergen dei The Gathering che in "In Deference" ci porta addirittura in un'atmosfera gothic mai, logicamente, troppo marcata.
Ci sarebbe molto altro da dire su questo complesso lavoro dei Napalm, su questo fantastico e innovativo, se pur fedele al passato, capitolo della loro carriera, una sorpresa che per nulla i fan più accaniti dovranno farsi scappare in attesa del primo live promozionale in arrivo. COMPRARE!
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