Ah, gli
Ensiferum... Ero ancora un ragazzino quando uscì il loro debut album, che consumai letteralmente (essendo una musicassetta!) a furia di ascoltarlo... Tanto tempo è passato, tanta acqua sotto i ponti: prima l'addio di
Jari Mäenpää, poi l'arrivo di
Petri Lindroos e tanti cambi di formazione; i dischi si susseguono, ma a detta di molti nessuno riesce a superare la potenza di "
Ensiferum" o di "
Iron"... Gli ultimi anni ci hanno consegnato una band un pò alla ricerca di se stessa, che con
"One Man Army" prima e
"Two Paths" dopo, sembrava aver smarrito la retta via...
Flash forward ai giorni nostri: la band prende a bordo il nuovo clean vocalist/keyboardist
Pekka Montin, e caccia fuori quello che potrebbe essere l'album del grande ritorno. Sì, perché "
Thalassic", sin dal titolo ispirato al grande tema del mare e della conquista, potrebbe finalmente essere il ritorno a casa per una band che ha forse ritrovato il suo equilibrio, e riesce di nuovo a fare le cose in maniera facile, ma dannatamente efficace.
La magniloquente e bellissima opener strumentale "
Seafarer's Dream" introduce il tema acquatico e ci accompagna maestosamente verso la prima sberla dell'album: erano anni che non mi potevo godere una bella fast song a duemilla all'ora, epica e coinvolgente come "
Rum, women, victory"! La partenza è davvero coi fiocchi, soprattutto se si ascolta il maestoso mid-tempo "
Andromeda", e già da questi due brani è chiara la nuova direzione degli Ensiferum: il nuovo tastierista/cantante non viene relegato a un lavoro nell'ombra, tutt'altro, si sfrutta appieno il suo straordinario range vocale (che molto spesso mi ha ricordato Timo Kotipelto, ma intonato), e così si lascia Petri libero si sfuriare con il suo scream coinvolgente. Le canzoni sono costruite bene ma bene ma bene, arrangiate con un grande orecchio alla tradizione norrena, e una strizzatina d'occhio al mainstream, ma senza mai perdere una identità forte e orgogliosa. E sono rimasto piacevolmente sorpreso da brani come la velocissima "
Run from the Crushing Tide", o la potente "
One with the Sea", che svelano un lavoro encomiabile in fare di scrittura. E poi, finalmente dei suoni bilanciati, carichi e potenti, laddove ogni strumento ha il suo spazio per ruggire come merita... Particolare menzione, infine, per la lunga e conclusiva "
Cold Northland", che chiude magnificamente un album finalmente solido, convinto dei propri mezzi, ispirato come non succedeva da tempo.
Intendiamoci, a scanso di equivoci: gli Ensiferum del 1995 non esistono più, perché quei musicisti non sono più nella band, e la formula è irrimediabilmente cambiata. Ma, al netto di questo, "
Thalassic" si erge come un megalite al centro dell'oceano,come una nuova pietra miliare della carriera dei finlandesi.
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