Arriva nei negozi di dischi e sul grande schermo
S&M 2, il concerto evento dei
Metallica con la San Francisco Symphony tenutosi per l’inaugurazione del Chase Center di San Francisco, nuova sede dei Golden State Warriors, lo scorso settembre. Già i Nostri avevano calcato un palco con un’orchestra sinfonica guidata da Michael Kamen (live S&M), ma ora spingono sull'acceleratore e ripetono l’esperimento.
Che dire?
Premessa: evitiamo le solite diatribe tra i "vecchi" e i "nuovi" Metallica, il gruppo è cambiato nel corso dei decenni, da thrashers sono diventati hard rockers attempati per poi tornare alle radici con gli ultimi albums, lo hanno fatto in tanti e loro non saranno certamente gli ultimi.
Sono stati un gruppo fondamentale nel panorama Metal e la loro importanza non si discute.
Ora, ciò premesso, che dire di questo nuovo live ?
Difficile
E non perchè il Live non sia tecnicamente ineccepibile ( lo è ) nonostante - presumo - varie sovra-incisioni in studio che da sempre contraddistinguono i live albums, così come non c'è niente da dire sulla prova esecutiva sia dei Metallica che dell'orchestra, esecuzioni perfette, così come la registrazione.
Quello che non (mi) convince di questo come di tanti altri album "
metal/sinfonici" è l'opportunità di tali lavori. Mi spiego meglio, sentire le bordate thrash dell'immensa "
Master Of Puppets" "annacquate" da fiati, violini etc, mi ha lasciato un po' perplesso.
Dove sono la potenza, la rudezza, l'impatto "ignorante e devastante" che le canzoni thrash-speed metal devono avere? Sarò pure un inguaribile purista ma l'ascolto dei brani l'ho trovato legnoso, ridondante e alcune esecuzioni sono state obiettivamente troppo allungate.
L’inizio è affidato come di consueto a “
The Ecstasy Of Gold” di Morricone, interpretata dall’orchestra guidata da Edwin Outwater, seguono esecuzioni sicuramente degne di nota come “
The Call of Ktulu” e “
For Whom The Bell Tolls”.
Sono 22 pezzi in totale, le emozioni più forti dovrebbero venire dall’unione dei due mondi metal e classico, quando la melodia orchestrale e i riff si fondono ma qui sta, come dicevo, il pregio ed i limite di questo lavoro.
Apprezzo invece l'inclusione di pezzi meno scontati quali “
Moth into flame”, “
All Within My Hands” e “
(Anesthesia) Pulling Teeth” da parte del primo bassista Scott Pingel, con il ricordo di Cliff Burton.
James Hetfield da prova della sua voce ( ormai diventata roca ma non per questo meno interessante) in "
The Unforgiven III", mentre stucchevoli ho trovato "
Schytian Suite Op 20 II" e "
Iron Foundry Op 19", due strumentali un po' caotici.
Immancabili poi i grandi classici, da menzionare la versione di “
One” con un finale in crescendo mozzafiato, il lentone “
Nothing Else Matters” qui più soporifero dell'originale e “
Enter Sandman” in una versione...beh, ascoltatela.
Disco ineccepibilmente suonato e registrato, ma senza la cazzutaggine del Thrash e probabilmente era proprio questo l'intento dei "nuovi Metallica".
Un must per i die-hard fans mentre per chi vuole accostarsi al gruppo ( c'è ancora qualcuno che non li consce??), vada ad ascoltare i vinili originali, preferibilmente i primi quattro!