Nati come side project di membri di Night Gaunt e SVNTH, i romani
Bedsore pubblicano il loro disco di esordio
"Hypnagogic Hallucinations" per la sempre interessante
20 Buck Spin, etichetta che negli ultimi anni ha dato alle stampe diversi gioellini in ambito estremo: con questo lavoro il gruppo capitolino si propone di suonare un death metal dall'attitudine spiccatamente progressive in cui la violenza del death vecchio stampo viene declinata in un'ottica a tratti psichedelica. Nell'arco dei 40 minuti di durata del disco si passa quindi da frangenti diretti con chitarre e batteria in primo piano a fare il bello e cattivo tempo a passaggi più ricercati e melodici, dove il rifferama si fa più articolato, i tempi più ragionati e dove i Bedsore fanno emergere tutto il proprio estro. In tal senso "Hypnagogic Hallucinations" è un affresco a tinte cupe, in cui il pennello guidato dal gruppo traccia segni più decisi ed altri più sfumati: esempio lampante è una traccia come "At the Mountains of Madness" (la migliore del lotto a parere di chi scrive) o la successiva "Cauliflower Growth" dalle quali emerge anche un certo gusto psichedelico che ricorda i Tribulation più grezzi e crepuscolari, grazie alle azzeccate trame di arpeggi, tastiere gotiche ed un comparto solista ispirato e mai sopra le righe. Il gioco di contrasti di cui i Bedsore si nutrono funziona bene ed è ben amalgamato nei pezzi, ma è nelle parti atmosferiche che il gruppo riesce davvero a dare il meglio di sè, ed anche i brani più articolati ed ambiziosi (minutaggio compreso) in generale sono quelli che lasciano quel qualcosa in più durante l'ascolto di "Hypnagogic Hallucinations", e sicuramente si tratta del lato che per quanto mi riguarda la band farebbe bene a coltivare in vista delle prossime uscite. Lo scream di Stefano Allegretti e di Jacopo Gianmaria Pepe è ruvido ed incisivo e si cala perfettamente nel contesto musicale del gruppo, anche se spesso nei brani più lunghi viene dato largo spazio alla componente strumentale. Anche la scelta della produzione si rivela decisamente azzeccata in funzione del tipo di musica proposta dal gruppo, grazie a un tono caldo e mai artificioso di chitarre e basso che soprattutto nei momenti più progressivi e psichedelici sanno essere davvero trippy e coinvolgenti.
Fa davvero piacere costatare che una label molto attenta come la 20 Buck abbia fatto di nuovo centro e lo abbia fatto "facendo la spesa" in casa nostra, indice che di metal di qualità ce n'è e ce n'è anche all'interno dei nostri confini.
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