Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:51 min.
Etichetta:Dockyard1
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. MAN'N'MACHINE
  2. RAGE OF FIRE
  3. BE MY GUIDE
  4. GONE TOO FAR
  5. REBELLION
  6. PEACE & WAR
  7. EASY WAY OUT
  8. OBSESSION
  9. METAL HEAD
  10. RESPECTABLE
  11. THE FORTUNE

Line up

  • Thomas Rettke: vocals
  • Sascha Paeth: guitars
  • Andrè Borawski: guitars
  • Klemens Klarhorst: bass
  • Daniel Eichholz: drums

Voto medio utenti

Bella sorpresa ritrovare nella stessa formazione Sascha Paeth e Thomas Rettke, due delle colonne degli Heaven's Gate, da parecchio tempo presi da altri impegni, sopratutto Sascha Paeth con la sua attività di produttore. Se sulle prime mi aspettavo un lavoro in linea con il passato del gruppo e con quei cori ed orchestrazioni che hanno contrassegnato il lavoro di Paeth dietro il banco di regia, ho dovuto ricredermi piuttosto in fretta.
Infatti, qui le sonorità sono decisamente più pesanti e direi sintetiche, sopratutto a livello di ritmiche, dove purtroppo non sempre i Redkey riescono ad apportare né la varietà necessaria e nemmeno un songwriting adeguato alle aspettative.
Un punto di riferimento per "Rage of Fire" potrebbe essere rappresentato dai Judas Priest, anche quelli del periodo "Jugulator" e "Demolition" (vedi brani come "Rage Of Fire" oppure "Obsession"), come anche da certi Vicious Rumours o Angel Dust, ma sicuramente non hanno molto in comune con lavori come "In Control" o "Hell For Sale", ovviamente dei "vecchi" Heaven's Gate. Altrettanto certo è che i brani non convincono e sopratutto non lasciano il segno.
I Redkey non riescono a fare la differenza nemmeno cimentandosi con la mini suite conclusiva, "The Fortune", dispersiva nell'introduzione e senza verve nel prosieguo, dove alla voce troviamo come ospite un altro ottimo vocalist quale Tobias Sammet degli Edguy.
Tra i pezzi meglio riusciti si collocano invece la sofferta e rocciosa "Be My Guide", con delle belle linee vocali che ricordano i già citati Angel Dust, o la leggermente modernista "Respectable", con le chitarre incisive ed affrontata alla grande da Rettke, mentre lascia solo il tempo che trova la scontata (sopratutto nel refrain) "Metal Head".
La voce di Thomas Rettke resta sicuramente l'aspetto migliore del disco (Thomas resta un ottimo interprete, personale e carico di pathos), ma da sola non basta a fare la differenza, anche se la classe è evidente.
Più che rabbia (e non si può nemmeno dire che sia controllata) da "Rage of Fire" emerge quel non so che di manierismo, espresso per di più in modo fin troppo freddo ed asettico.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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