Ecco qui invece i meneghini
Di’Aul, un gruppo che come il nome dimostra ci sanno fare con le sonorità incandescenti.
I milanesi, pur essendo un gruppo giovane rispetto ai più blasonati colleghi con il quale condividono questo split hanno una bella carriera alle spalle.
Questo è il secondo sigillo che siglano per la label ligure
Argonauta Records.
A differenza dei
Mos Generator, loro hanno un suono più doom e sporco, è come se veniste colpiti da una carriola di mattoni.
Il primo brano “
The house on the edge of the world” fa già capire l’andazzo.
Dopo un basso iperdistorto e rumorismi sullo sfondo, entrano le chitarre dai riff grassissimi e carichi di bluesaccio con un ritmo ciondolante alternato da rullate.
La voce rasposa del singer è l’ideale per questo genere musicale, il riffing è denso e carico di vibrazioni seventies.
“
Three ladies”, viene aperta da lente rullate e un basso che poi viene squarciato da riff doom metal.
Il brano è pesante, il singer usa un cantato pieno di pathos che fa pendant coi riff generati dalla chitarra; andamento possente, carico e il solo è bluesy.
Due brani che non sono pochi, perché la sostanza qui è tanta e quindi ecco un'altra band nostrana da tenere d’occhio.
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