Come suggerisce il titolo stesso, questo
"Doom Sessions Vol.1" è solamente il primo capitolo di una, speriamo lunga, serie di uscite che la
Heavy Psych Sounds ha in cantiere: lo scopo di questa collana è quella di proporre degli split album che veda gli artisti appartenenti al roster dell'etichetta condividere lo spazio con realtà affermate in ambito doom. In questa prima uscita vediamo i giganti inglesi
Conan, tra le formazioni più apprezzate sulla scena doom mondiale, avvicendarsi con i nostrani
Deadsmoke in uno split album davvero interessante: l'apertura è affidata a "Beheaded" del trio inglese, un brano che si snoda per ben 17 minuti e che presenta tutti i tratti salienti a cui la band ci ha (ben) abituati negli anni, ovvero un sound monolitico e possente con le frequenze basse in gran risalto e a creare un wall of sound impenetrabile. I ritmi sono lenti e trascinati ed il muro di chitarre distorte e basso roboante viene a tratti scalfito dalle vocals epiche e acide di Jon Davis, molto spesso fattore determinante per capire se amare o detestare i Conan. I riff si ripetono allo sfinimento e per larghi tratti del brano è la componente strumentale a tenere banco, rendendo quindi l'ascolto di "Beheaded" un vero e proprio trip. Non c'è tempo di riprendere fiato che anche i bolzanini Deadsmoke calano l'artiglieria pesante con "Dethroned Concrete": nonostante il genere di appartenenza e di riferimento sia il medesimo, l'approccio che il gruppo italiano adotta è diverso anche se non mancano i punti di contatto con i Conan. Dopo un inizio pachidermico e per certi versi assimilabile a quello del trio inglese vista la riproposizione di riff cadenzati e pesanti, il brano prende poi una svolta quasi psichedelica abbandonando le tonalità oscure e cupe e proponendo una sezione trippy e spaziale, dove le divagazioni della chitarra sono ben sottolineate da un basso pieno e rotondo e da effetti estranianti ed allucinanti. Gli 11 minuti di questo primo brano scorrono quindi bene e sanno alternane con maestria passaggi cupi e possenti ad altri più estranianti e spaziali, con pochissimo spazio lasciato alle vocals quasi black metal che caratterizzano il cantato. A chiudere lo split ci pensa infine "Dead Minds Army" che si segnala per un'attitudine più diretta e prosciugata rispetto alle due altre tracce di "Doom Sessions Vol.1", il che non si riflette solamente nella durata decisamente più breve della canzone: il brano infatti è più incalzante nelle ritmiche che si fanno quasi cavalcanti, pur senza dimenticare gli immancabili rallentamenti che inducono a scapocciare a ritmo, ed anche maggiore spazio viene lasciato alla voce che con il suo suono distante riesce a dare comunque una vena psichedelica e malata alla canzone.
Iniziativa quindi lodevole quella della Heavy Psych Sound, che in questa sua prima incarnazione si rivela un esperimento assolutamente riuscito che speriamo consenta a band provenienti dalla scena underground di farsi conoscere tra gli appassionati del genere. Attendiamo con impazienza il prossimo volume.
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