Con la mia prima connessione ad internet mi tuffai a piè pari nell’universo underground del death metal e del grindgore più purulento e brutale. Tra le varie band che seguivo all’epoca c’erano i
Goratory, appena usciti con il demo di debutto dal titolo esplicativo “
Wrestling With Feces”.
Eravamo nel lontano 2000 e allora la promozione avveniva caricando i file musicali su siti che facevano da host e che guadagnavano con i download e la pubblicità, tipo Vitaminic.
Su quei siti, oltre ai
Goratory, potevi trovarci i
Japanische Kampfhörspiele, i
Goredeath, gli
Anal Blast e i
Last Days Of Humanity, in anni pionieristici, durante i quali il brutal death metal degli anni ’90 cominciava a fare proseliti.
Tra questi ci sono sicuramente i
Goratory che, folgorati sulla via dei
Broken Hope, per ciò che concerne le liriche, e dei
Cryptopsy, per l’approccio più schizoide della musica, hanno dato vita a tre album, prima di sciogliersi nel lontano 2004.
Quei tre album erano terribili per l’immaginario splattergore che dispensavano in giro, con titoli di album come “
Orgasm Induced Diarrhea” e canzoni quali “
Pus Filled Maggots”, “
George Clinton And The 9 Year Old Gutter Slut”, “
Total Eclipse Of The Fart” e “
Pig Fucker”, i
Goratory rappresentavano lo
state of art del cattivo gusto e dell’estremismo lirico mutuato dai
Broken Hope quando non dai
Cannibal Corpse.
A distanza di 16 anni si rimettono insieme e danno alle stampe questo “
Sour Grapes”, uva acerba, eufemismo per indicare gli attributi maschili efficacemente rappresentati sulla copertina e nel quale probabilmente scrivono la loro canzone manifesto, ovvero la ferale “
Seth Putnam Was A Sensitive Man”, canzone che indulge in un’orgia di blast beats e accecante grindcore, dedicata alla memoria dello storico leader degli
Anal Cunt, le cui liriche hanno fatto incazzare da sempre il mondo intero.
E sarebbe un peccato non affrontare con l’ironia giusta questo disco che, sebbene non inventi nulla, regala poco più di 25 minuti di brutal death metal schizzato, con ritmiche spezzate e un assalto brutale che alterna velocità e groove, con un doppio attacco vocale decisamente efficace.
Valga per tutti l’accoppiata centrale “
Bottom Feeder” ed “
Evolutionary Wart”, belluino assalto all’arma bianca che ci capita tra capo e collo come una mazzata terribile.
La produzione è pulita, offrendo un suono heavy e definito, con le chitarre che fanno
crunch che è un piacere.
“
Sour Grapes” è un disco godibilissimo, violento e brutale proprio come piace a noi, e il ritorno dei
Goratory è una grande notizia.
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