Anche se siamo nel 2004, fa sempre piacere ascoltare un bel disco black metal che ci riporta ai fasti degli anni '80; i nordici Suicidal Winds sfornano un terzo album estremamente legato alle sonorità che hanno dato vita al metallo nero e lo fanno pescando a piene mani da un ampio repertorio che va dai Bathory ai Possessed, dai Sodom agli Slayer, dai Venom ai Marduk. Undici tracce brevi e sparate a gran velocità - anche se non mancano grandi mid-tempo - come solo chi amato le origini di questo genere potrebbe produrre e loro lo fanno davvero bene, coadiuvati da una produzione grezza e old style, quanto mai adatta al sound proposto. Va detto però che i Suicidal Winds non sono proprio dei novelli e che sono in giro dal 1992, circa 12 anni fa; la scelta di suonare questo genere, dettata dal cuore più che dal portafogli, ha determinato il loro scarso successo, ma non li ha certo demotivati, anzi oggi sembrano più determinati che mai a conquistarsi quella fettina di popolarità che in questo ambito spetta loro senza alcun dubbio. Tornando all'analisi tecnica del disco vorrei soffermarmi sulla qualità dei riff, davvero incisivi, e sulla sezione ritmica, petente, precisa e veloce, con quel tocco così eighteen's che farà la gioia degli amanti di un metallo oggi quasi completamente scomparso, sepolto da sintetizzatori e tastiere che ormai sono all'ordine del giorno per la nuova ondata di black moderno.
Consiglio vivamente questo al disco a tutti i nostalgici del black metal di una volta, con la consapevolezza che questo platter non aggiungerà nulla di nuovo al metal, ma rappresenta un ottimo esempio di coerenza musicale e passione verso certe sonorità.
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