Difficile entrare nel contesto musicale dei Threestepstotheocean.
Così difficile che in tutta sincerità probabilmente non ci siamo riusciti.

Non vi è dubbio che l'approccio sia quello giusto, quello che qui a Metal.it apprezziamo, in cui il quartetto milanese affascina sin dalle coraggiose scelte iniziali, quelle di proporre un post rock strumentale opprimente ed ipnotico, quasi desolato, disperato in "Fiori immortali", a volte cacofonico a volte più sognante, talvolta quasi sforante nella scomoda etichetta di post black, con l'ovvia conseguenza di tagliarsi fuori da un'ampissima fetta di mercato.

Chissenefrega, diciamo noi in coro con i Threestepstotheocean, bisogna suonare per noi stessi e per il piacere di farlo, se poi piace anche agli altri tanto meglio.
D'altronde in questi 14 anni di carriera la formazione lombarda ha saputo ricamare il loro spazio, conquistandosi di concerto in concerto nuovi sostenitori, senza dubbio amanti della buona musica e dell'arte.

"Del fuoco" è il loro quinto album, giunto dopo cinque lunghi anni dal precedente "Migration Light", ed orgogliosamente per la prima volta sfoggia dei titoli - e solo quelli - in lingua italiana.
Un disco eclettico, composto da tante sfaccettature e diverse sensazioni, visioni, profumi, assorti come siamo stati nell'ascolto di un lavoro tanto profondo quanto interessante.
Non tutte le cose interessanti però conquistano, benchè fatte con attenzione e maestria. "Del Fuoco" durante la sua esecuzione rapisce il nostro plauso, ci inorgoglisce di una band così matura e libera dagli schemi e ci trascina con se' in questo viaggio psichedelico e totalmente immersivo, dal quale senza alcun dubbio usciamo migliorati e più ricchi.

Sinceramente non sappiamo dire quante altre volte avremo voglia di viaggiare di nuovo all'interno del fuoco, non sapendo se la mancanza della voce gioca un grande ruolo in questo (e non lo crediamo, essendo ben abituati a supportare band strumentali) o semplicemente ci vogliono ancora altri attenti ascolti per assuefarsi alla musica, pardon, alla fantasia dei Threestepstotheocean.

Noi non abbiamo fretta, ne' siamo assoggettati a coprofaghe leggi di mercato.
Ci godiamo "Dispersi", come tutto il resto del loro lavoro che consigliamo in maniera viscerale ed ardente a tutti coloro credono ancora nella MUSICA come espressione artistica e non come mero intrattenimento usa e getta.