Copertina 7

Info

Anno di uscita:2020
Durata:20 min.
Etichetta:FreeMood – Heavy Load

Tracklist

  1. WALK IN MY SHADOW
  2. OUT OF CONTROL
  3. MASTER OF GHOSTS
  4. WHERE THE LIGHTS GO DOWN
  5. IN YOUR DARK PLACE

Line up

  • Gianfranco Previ: guitars
  • Aiden: vocals
  • Eric Castiglia: Piano/Hammond on “Master of Ghosts”, additional backing vocals
  • Marco Cossu: keyboards on “Master Of Ghosts”, “In Your Dark Place”

Voto medio utenti

Venti minuti di musica per dimostrare che si può essere fedeli a un collaudato immaginario sonoro senza esserne succubi.
In questo modo potrebbe essere definito questo “Persistent visions”, il debutto sulla breve distanza degli Indie Place, progetto artistico nato nel 2016 dalla mente del chitarrista Gianfranco Previ.
Alimentato dai suoni ottantiani ad ampio spettro (con influenze dichiarate dai Def Leppard ai Queensryche), il dischetto propone un campionario espressivo piuttosto ricco, in cui ogni brano può essere considerato una piccola “storia a sé”, pur senza smarrire un filo conduttore all’insegna di un’efficace “creatività retrospettiva”.
Si comincia con “Walk in my shadow”, una composizione dalla melodia mutevole che prima sorprende e poi conquista alla distanza (per certi versi mi ha ricordato talune atmosfere dei Fates Warning), mentre “Out of control”, trascrizione dei Saxon di “Denim and leather”, è un fulgido esempio di come si possa realizzare un tributo con devozione e personalità. Al brano, ovviamente, manca la vocalità distintiva di Mr. Byford, ma complessivamente piace l’approccio alla fonazione modulata di Aiden, cantante statunitense dalle notevoli capacità comunicative, che punta sul feeling più che sull’estensione.
Arrivati a “Master of ghosts”, giungiamo anche all’apogeo del programma, irresistibile grazie alla sua vena di proggy class-metal , seguito dal visionario e cinematografico strumentale “Where the lights go down” e da una godibilissima “In your dark place”, che calamita l’attenzione mescolando con innato buongusto Winger, Van Halen e Dokken.
Aggiungendo alle note di merito un interessante canovaccio lirico (i testi, attraverso l’uso di metafore, trattano il delicato tema del disagio mentale), non mi rimane che accogliere gli Indie Place tra il ristretto novero di gruppi in grado di “aggiornare” con sagacia e misura gli immarcescibili dogmi di una certa tradizione musicale. Una scelta encomiabile, magari da affinare e consolidare, che tuttavia potrebbe consentire ai nostri di ritagliarsi uno spazio importante nell'asfissiante bolgia dei concorrenti … attendiamo verifiche maggiormente consistenti con grande curiosità e fiducia.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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