A mio parere esistono due modi per suonare medieval black metal: uno feroce, oscuro e battagliero, come ci insegnano i maestri Godkiller e primi Desaster, ed uno più pomposo e melodico che tanto deve agli inarrivabili Summoning, per quanto questi ultimi possano, davvero, essere inseriti nel genere.
I
Crépuscule d'Hiver, che sono una one man band francese guidata dal polistrumentista
Stuurm, si collocano, a grandi linee, nell'ipotetico centro delle due correnti.
L'esordio
"Par-delà Noireglaces Et Brumes-sinistres", infatti, cerca di unire l'anima nera dei prime movers di queste sonorità, con le derive più melodiche che si sono sviluppate in seguito, aggiungendo, nel caso specifico, una forte connotazione che rimanda alle dinamiche, ed alle sonorità, del dungeon synth, genere che il Nostro deve apprezzare parecchio.
Il tentativo di fusione cercato da
Stuurm funziona, per come la vedo io, a metà: l'album si lascia ascoltare piacevolmente e riesce ad essere oscuro e melodico mentre narra di battaglie e castelli, ma, troppo spesso, l'artista francese perde la bussola, allungando eccessivamente le composizioni, parliamo di un'ora e dieci minuti di musica per soli sette brani, e non riuscendo a cogliere bene nel segno perché i pezzi del disco sembrano una sorta di puzzle di tante idee messe insieme con poca coerenza e con ampi margini di miglioramento in fase di "regia".
Non vi è dubbio che i
Crépuscule d'Hiver creino belle atmosfere e che la loro musica abbia il potere di portarci indietro nel tempo, ma io avrei preferito un disco più asciutto e più diretto che sarebbe stato in grado, realmente, di farci esaltare ed indossare le armature per andare a combattere, fieri, contro i nostri nemici, piuttosto che, invece, un album dal taglio quasi cinematografico che, forse, funzionerebbe alla grande come colonna sonora di un film dedicato al Medioevo.
Probabilmente si tratta di mera questione di gusti: in altre mani
"Par-delà Noireglaces Et Brumes-sinistres" avrebbe, forse, ricevuto lodi sperticate, nelle mie, purtroppo per il gruppo, riceve timidi apprezzamenti e l'invito a cercare di definire meglio la propria proposta, soprattutto perché, qui e la, spuntano idee di spessore che, oggi, sono affogate in un mare troppo grande per essere apprezzare davvero.
In sostanza, il talento c'è ma va sfruttato meglio.
Per ora, mi limiterò ad una sufficienza di stima per il coraggio di proporre, nel 2020, musica del genere, musica cioè, non esattamente mainstream!
So che ci rivedremo...
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