I greci
Prometheus, dopo un paio di demo e l'esordio discografico "Consumed In Flames", approdano alla corte della nostra
I, Voidhanger Records per rilasciare il nuovo
"Resonant Echoes From Cosmos Of Old", un album che, come da tradizione dell'etichetta italiana, è difficile inquadrare in senso univoco.
Il terzetto, infatti, partendo dall'immaginario Lovecraftiano dell'orrore cosmico (cosa che, per quanto mi riguarda, già concede un paio di punti nella votazione finale), si cimenta in una forma fortemente esoterica di Death/Black Metal che pesca, con sapienza, sia dalla scuola greca dei primi Septic Flesh e Rotting Christ, sia da quella nordica del death più marcio, senza rinunciare a riferimenti, anche evidenti, ai migliori Morbid Angel, proprio per l'aspetto esoterico di cui vi dicevo, e Absu per l'impatto epico, in chiave nera, che è possibile riscontrare in tutti i pezzi del disco.
Con simili premesse, l'album risulta, letteralmente,
devastante: qui dentro si respira, infatti, brutalità, magnificenza, odore di zolfo, misticismo, gelo nordico e fuoco mediterraneo, il tutto veicolato da un approccio molto violento e vagamente sinfonico che, tuttavia, non rinuncia ad improvvise aperture melodiche all'interno delle quali i
Prometheus danno prova, non solo di avere notevoli capacità di songwriting, ma anche gusto e competenza musicale a 360 gradi, spiazzando l'ascoltatore ad ogni nota ed immergendolo, sempre di più man mano che i brani si succedono, all'interno delle atmosfere del grande scrittore di Providence che, senza volerlo, diventa il vero motore dell'album.
"Resonant Echoes From Cosmos Of Old" è un lavoro destinato a chi, non accontentandosi di una formula pre confezionata di metal, cerca nella musica personalità e capacità di creare atmosfere maligne, ricche di suggestioni, in grado di incutere terrore e di riconciliare con il suono estremo scritto e suonato con vivida dedizione alla causa.
Probabilmente i
Prometheus non raggiungeranno un pubblico di massa, ma la loro musica, le loro arcane armonie, l'afflato epico che anima i brani, le tastiere che vengono dagli insondabili abissi di Innsmouth, il riffing incessante e le possenti vocals, concorrono tutti a rendere
"Resonant Echoes From Cosmos Of Old" un album speciale, antico e moderno al tempo stesso, ed ideale per perdersi tra i miti di Cthulhu cogliendone il senso di tensione emotiva ed ancestrale paura che essi hanno sempre custodito gelosamente.
Senza girarci troppo intorno, questo è un album da comprare, ascoltare e riascoltare ed amare fino nel profondo per poi viaggiare con la mente verso l'ignoto con la speranza di riacquistare la propria dimensione terrena.
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