Le origini della formazione giapponese
Satanica risalgono ai lontani primi anni '80 quando il loro leader, il drummer/vocalist
Ritti Danger, militava nei Witch's Kiss, classic metal band che all'epoca non ebbe fortuna. Molto tempo dopo, nel 2002, il batterista ha dato vita a questo nuovo progetto, giunto al suo quarto lavoro a dieci anni di distanza dal precedente "We are Satan's preacher" (2010).
Il culto per il metal dei primi eightees è comunque rimasto intatto, cristallizzato nei decenni. Questo album è un omaggio da devoti discepoli ai primi Iron Maiden e Judas Priest, agli Anvil, agli Angel Witch, ai Kiss ed alla loro estetica mascherata e pseudo-demoniaca.
Metal ultra-classico con un tocco di Nwobhm, come se il tempo si fosse fermato a capolavori quali "British steel" o "Killers". Certamente non una brutta cosa anche se, bisogna ammetterlo, di originalità e personalità autonoma c'è davvero una percentuale minima. Buona tecnica ed esperienza, tiro ed energia efficaci, songwriting discreto, le note positive da accreditare al quartetto nipponico, che personalmente mi ha ricordato molto gli Enforcer.
Ho apprezzato maggiormente i brani più torridi ed epidermici, vedi il rifferama granitico e tagliente di "
Resurrection","
Bloodthirsty" e "
Like a fire", dove si respira davvero l'atmosfera da buon vecchio headbanging con la mano cornuta. Semplicemente metal, con le chitarre che persistono sul riff cazzuto e la ritmica bada solo a dare sostanza energetica. Niente di nuovo, ma perlomeno fatto con la giusta dose di testosterone. Si nota anche una certa cura degli aspetti melodici, con alcuni ritornelli ficcanti e memorizzabili di discreto livello.
Meno brillanti certi episodi dove il gruppo affronta soluzioni articolate ("
Deal with the devil") o accentua la componente Nwobhm ("
Liar","
Dark star"), soprattutto perchè il doppio lavoro portato avanti da
Ritti penalizza la parte vocale, non sempre incisiva come occorrerebbe.
In sintesi, un disco piacevole ma tutt'altro che sorprendente.
Solido heavy metal con le radici piantate fermamente negli anni '80, validamente interpretato anche se con qualche caduta di tensione, consigliato se siete in astinenza di qualcosa che rievochi quell'epoca d'oro di questo stile musicale.
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