Introdotto come è ormai prassi dal 2013, anno in cui passarono alla nostrana Frontiers con lo splendido "
No More Hell to Pay", da una copertina monumentale e meravigliosa, ecco a noi il tredicesimo album degli
Stryper dei fratelli
Sweet intitolato "
Even the Devil Believes" che, ancora una volta, conferma il buonissimo stato di forma della band californiana.
Effettivamente, al netto dei personalissimi gusti e preferenze, gli Stryper non hanno mancato un colpo sin da "
Murder by Pride" del 2009, penalizzato purtroppo da una produzione che persino una combo tra
Steve Harris e
Yngwie Malmsteen non sarebbero riusciti ad eguagliare, fino al recente "
God Damn Evil" del 2018 che, nonostante qualche critica meno generosa, continua indisturbato a girare nel mio stereo.
Anzi, vi dirò, gli Stryper sono uno dei pochi, pochissimi gruppi del presente ma con un epico passato di cui mi porto dietro praticamente tutta la discografia, compresa quella più recente, proprio perchè degnissima al pari di quella leggendaria degli anni '80 (ok proprio sempre al pari no, ma comunque sempre all'altezza, a parte un fin troppo modernista e modaiolo "Reborn" del 2005 che quasi fatico a considerare un disco degli Stryper, anche perchè doveva uscire come disco solista di Sweet...).
Anzi, facciamo sto giochino:
2009 – Murder by Pride: bellissimo, 8.5
2013 – No More Hell to Pay: pure, 8.5
2015 – Fallen: fin troppo pesante ed aggressivo, 6.5
2018 – God Damn Evil: molto bello ma un filo meno di quelli prima, 7.5Ed il nuovo "
Even the Devil Believes"?
Dopo 800 mila ascolti ancora non l'ho capito e probabilmente riuscirò ad avere una valutazione corretta, per i miei gusti e criteri ovviamente, solamente tra un annetto.
Ma è chiaro che l'abbia trovato nettamente superiore a "
Fallen", FORSE migliore di "God Damn Evil" e probabilmente se la batte con "No More Hell to Pay".
Punti forti di questo album? Iniziamo dalle cose meno importanti ma comunque che influiscono, ovvero la produzione; migliorata ma ancora non del tutto adeguata, potente ma non troppo moderna, bilanciata, manca di un gusto retrò che avrei a dir poco gradito ma so bene che è solo colpa del mio revanchismo musicale e quindi non ne terrò conto.
E poi...e poi quello che davvero fa la differenza, ovvero I BRANI MID TEMPOS!
In questo album non solo funzionano tutti, ma sono terribilmente catchy, epici, battaglieri, a partire dalla trumpiana "
Make Love Great Again", passando per la successiva "
Do unto Others", di cui è stato realizzato anche il videoclip ufficiale che vedete qui sotto, ed ancora la stupenda titletrack che è uno dei migliori brani perlomeno degli ultimi 15 anni di Stryper, ed ancora "
How to Fly", "
Divider", la frizzante e più retrò "
Invitation Only", insomma possiamo esclamare "
all killer, no filler".
40, quaranta, anni.
Senza mai rinnegare se' stessi, portandosi addosso la croce di band cristiana, tra sberleffi, offese e risate, in un mondo dove più si è cattivi e più si è fighi.
Magari rinnovandosi un poco nel sound, migliorando nel look, non più ancorati a quegli spandex ottantiani che tanto male hanno portato nel mondo partendo dagli
Iron Maiden, passando per
WASP ed altri mille, ma ancora fieri portatori di quel giallo e nero con una classe noir che farebbe invidia al miglior
Poirot.
Insomma, gli Stryper di oggi confermano tutte le certezze e la stabilità di una band di splendidi sessantenni che non hanno alcuna intenzione di smettere di rockeggiare e rolleggiare per nostro Signore: se "Even the Devil Believes" è mezzo punto sopra o sotto i dischi precedenti lo stabilirò tra qualche tempo, quando avrò smesso di scapocciare, godermi gli splendidi assoli di
Oz Fox ed urlare i loro celestiali chorus, in tutti i sensi.
Nel frattempo...che Dio vi benedica e rock 'n' roll.