Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:50 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. BEYOND H8
  2. POWERS THAT BE
  3. SKIN
  4. DROWNING IN DARKNESS
  5. SPACE URCHIN
  6. SCUMLORD
  7. FREEDOMLESS SPEECH
  8. GOODBYE TO MISERY
  9. I AM THE WOLF
  10. ON THE OTHER SIDE

Line up

  • Matt Hanchuck: guitars
  • Aaron Randall: vocals
  • Greg Christian: bass
  • Alex Marquez: drums

Voto medio utenti

Sono tornati i canadesi Wreck Defy con il loro thrash metal moderno e le loro orrende copertine. La band con questo “Powers That Be”, terzo album in 4 anni, si consacra sul panorama internazionale con un disco energico, ben suonato e con delle belle melodie, che prendono a piene mani da un sound molto classico e ‘heavy metal’. Gli Wreck Defy mescolano in maniera intelligente delle ritmiche serrate e dei riff accattivanti con delle linee vocali, a cura di Aaron Randall (ex-Annihilator, ha cantato in “Set The World on Fire”), molto melodiche e che spesso sono “doppiate” con delle armonizzazioni di stampo squisitamente “classicheggiante”.
La opener “Beyond H8” è sin da subito un tributo alle realtà/divinità americane che verosimilmente hanno formato i musicisti qui presenti. Una piccola macchiolina che mi sento di segnalare è il suono dell’assolo, in questa canzone decisamente impastato e che secondo me non fa risaltare a dovere l’ottimo lavoro solistico di Matt Hanchuck. La cosa è diversa nelle canzoni successive, inspiegabilmente, questo suono è decisamente migliorato, o comunque più adatto. Segue poi la title track, la più lunga del lotto (7 minuti), è una perfetta sintesi di quello che il thrash metal può dire ancora nel 2020. Nella Tracklist spiccano sicuramente “Space Urchin” e “Scumlord”, con i loro riff ottantiani e intelligenti, i loro bridge carica-moshpit e le linee vocali armonizzate di cui parlavo qualche riga fa. Questo disco è sicuramente è un ascolto gradito per chi mastica Sacred Raich, Heaten e Thrash "rinnovato" tutti i giorni. Ma ciò che realmente mi perplime, a fronte di un disco così valido, è la conclusione: un minuto di chitarra e voce che potrebbe essere una pubblicità di un videocorso su come come andare prelevare le banconote da 700$ dai Baobab a Vicenza su Spotify, non so se mi spiego…
Quest’ultimo minuto s’intitola “On The Other Side”, e purtroppo non fa rimanere un ricordo 100% positivo di questo disco che si, ha i suoi mille difetti ma sicuramente brutto non è, anzi almeno un ascolto lo merita a mani basse, però fermatevi a “I Am The Wolf”.
Recensione a cura di Carlo Masoni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.