Il trinomio Punishment 18+Thrash/sci-fi/speed+debutto funziona, ormai è assodato, ci è stato dimostrato con i Manifestic lo scorso anno, e quest’anno ci viene riconfermato dai greci
Typhus. Nati con il nome di
Nuclear Terror, nel 2014, hanno pubblicato un ep, senza grande riscontro, ma nel 2020 con un nuovo moniker, più personale e riconoscibile, pubblicano il loro debutto, “
Mass Produced Perfection”.
Prima impressione: Damn, questi greci spaccano!
Seconda impressione:
Forbidden!
Megadeth!
Toxik!
Non c’è dubbio, i
Typhus propongono quantomeno qualcosa di interessante e degno di
attenzione, anche solo per questi riferimenti.
Ciò che realmente apprezzo di questo disco e del lavoro dei
Typhus è la freschezza. La capacità di continuare ad essere interessanti ascolto dopo ascolto, trovando sempre dei dettagli, dei riff o dei passaggi che all’ascolto precedenti non si erano notati. E per di più il disco non è lungo, dura poco più di 35 minuti.
In realtà se uno ci pensa “l’intricatezza”, la “cervelloticità” e la densità sono caratteristiche intrinseche di questo filone Thrash/speed sci-fi. Considerando che la tematica preponderante (la fantascienza) è di per sé cervellotica e, spesso e volentieri, super incasinata, mi sembra più che giustificato il fatto che la musica lo sia altrettanto.
Infatti sin dalla opener “
Serpents Of an Aberrant Reality” veniamo catapultati in una giungla di riff e assoli ipertecnici sciorinati dai due chitarristi
Kostas Foukarakis e
Chris Koutalelis. In questo caso però la tecnica e la melodia non offuscano la furia e l’irruenza che qualsiasi cosa legata al Thrash Metal deve avere. Ascoltare per credere.
La strumentale “
Assimilate” separa quel che una volta sarebbe stato il “lato A” dal “lato B”, che ci accoglie con una delle canzoni più belle del disco, “
Asylum of Deviants”. Se dovessi scegliere una canzone che rappresenti a pieno lo stile e lo spirito dei
Typhus sceglierei la conclusiva “
Faith Machinery”: per le sue intelligenti soluzioni melodiche ed armoniche, per la mole di riff in stile
Vektor e per le memorabili melodie del pezzo.
In conclusione, i
Typhus fanno parte di quel filone, da tener d’occhio, che cerca di portare novità in un genere che ha già detto quasi tutto poco meno di 30 anni fa, questi ragazzi un ascolto lo meritano.
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