Marco Ferrigno, chitarrista messicano, si presenta con un nuovo CD strumentale "Hanging Gardens", un album piacevole in cui emerge l'influenza trasmessa dal talentuoso Tony McAlpine, in cui la creatività compositiva pongono il musicista tra i big della sei corde. La sua ESP produce un suono di buona fattura evidenziando le grandi qualità già espresse nell’album “The Quest”, un disco che aveva ben impressionato per contenuti. Accompagnato dall’ex bassista dei Blue Murder Tony Franklin e Marco Minnerman alla batteria, Ferrigno ci offre otto brani attraverso i quali, pur confermando le sue straordinarie attitudini musicali, raramente riesce a entusiasmare e a catturare l’attenzione. Se si pensa che “Hanging Gardens” esce tre anni dopo la pubblicazione di “Promised Land”, era lecito aspettarsi qualcosa di più originale. Un album che scorre senza particolari acuti eccezion fatta per l’ipervirtuosa “Night In Babylon” composta con il maestro George Bellas e “Secret Garden” caratterizzata da aspetti e tematiche fusion. La sensazione che emerge nell’ascolto, è quella di trovarsi di fronte ad un lavoro, che pur evidenziando la grande tecnica di Ferrigno, stenta a decollare denotando una scarsa incisività che solo a sprazzi è in grado di manifestare il suo effettivo valore. E’ questa una componente non poco trascurabile tenendo conto che si tratta di un Cd completamente strumentale. L’augurio è di poter sentire il guitar-hero della scuderia Lion Music con un lavoro che renda onore alle sue immense doti tralasciando tematiche statiche a scapito di una più concreta vena creativa… a risentirci!
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