La band si è formata un paio di anni fa a Santiago del Cile, dall'unione delle forze e delle diverse esperienze musicali di
Ramon Pasternak (chitarra e voce),
Rodrigo Morris (chitarra) e
Vincent Zbinden (batteria). Questo è il primo Ep, autoprodotto. I
Montaña Sagrada professano una impostazione sludge, ma si tratta di uno sludge molto contaminato da elementi post-core, noise e perfino black metal. Dunque uno stile tutt'altro che lento e fangoso, casomai carico di una ferocia nichilista dai tratti cupi e sinistri, di trame violente e distruttive, di una visceralità a tratti perfino troppo caotica.
Brutalità dissonante, ispirata in forma di concept ad una oscura ed antica mitologia locale ricca di riferimenti all'occultismo, all'alchimia ed alla ribellione al sistema gerarchico. I quattro brani sono feroci e violenti, con passaggi tempestosi vicini al mondo death/black ma anche con qualche momento concesso ad aperture melodico-misteriche. Un sound oppressivo e selvaggio, con qualche richiamo agli High on Fire o a nomi come Black Tusk o Kvelertak, dilaniante e monolitico ma che lascia la sensazione di un materiale ancora in divenire e da definire più compiutamente. Bene le trame complesse ed annichilenti di "
The living green" e "
Wall of ashes", con intuizioni strumentali intricate che fanno ben sperare per il futuro, un pò meno l'atteggiamento trucido e belluino in "
First flame" e "
Clearing" più spinto verso il death asfissiante e compulsivo.
Molto heavy, molto metal, molto granitici, i cileni mostrano buona attitudine da extreme-metal inserita in un'atmosfera sludgy opprimente come una colata lavica. Proposta interessante, ma da focalizzare meglio.
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