PREAMBOLOGioco d’anticipo, già potendo prevedere il profluvio di doglianze che “
Nights of the Dead, Legacy of the Beast: Live in Mexico City” inevitabilmente genererà nelle comunità
metal di tutto il globo.
Lo so: quest’oggi ci troviamo a scrivere del quattrocentesimo, o giù di lì, album dal vivo della
Vergine.
Lo so: sarebbe stato preferibile immortalare una data della
Leg del 2018, in cui i Nostri parevano complessivamente più in palla.
Lo so: per un
tour spettacolare dal punto di vista scenografico come il “
Legacy of the Beast”, omettere la versione
dvd /
blu-ray è delittuoso.
Lo so: l’
artwork non è dei più ispirati.
Lo so: accaparrarsi una o più delle molteplici versioni che questo
platter sfoggia (ci arriveremo tra poco) sottrae
budget da investire in tante piccole, valide realtà
underground oggi più che mai alla canna del gas.
Lo so: un’uscita di tal fatta, e di questi tempi, subodora di mossa estemporanea volta a rimpinguare le casse in attesa dell’agognato ritorno
on the road…
Motivi di lamentela plausibili, certamente rispettabilissimi, in alcuni casi addirittura condivisibili persino per un
maideniano integralista come il sottoscritto… ma alla fin fine, se perdonate la gergalità, chi se ne frega?
Argomentate ed opinate con tutta l’eloquenza ed il raziocinio di cui siete capaci, ma al cuor non si comanda: gli
Iron son pur sempre gli
Iron, perdincibacco.
Senza contare che, in un momento storico particolare come quello che nostro malgrado ci troviamo a vivere, poter chiudere gli occhi e ritrovarsi catapultati, benché solo con la propria immaginazione, in uno dei loro spettacoli più magnificenti di sempre, semplicemente non ha prezzo.
Poi, come ovvio, ognuno faccia ciò che crede.
PACKAGINGCome da recente tradizione della band, i formati si sprecano:
-
digipak 2CD-
deluxe hardcase book 2CD-
triple black heavyweight vinyl-
limited edition heavyweight 180g Mexican Flag triple coloured vinylCi penserà nel video a fine articolo lo stesso
Bruce (a cui, con smisurato rispetto ed incrollabile stima, consiglierei un passaggio dal barbiere) ad illustrarvi le varie possibilità… tranne la più succulenta, ovvero quell’edizione limitata in triplo vinile che dev’esser limitata al punto da non venir fornita nemmeno al cantante della
band.
Stupidate a parte sappiate che, sorvolando sulla già discussa, e non entusiasmante, immagine di copertina, gli acquirenti stringeranno tra le mani un prodotto davvero ben confezionato, ricco di splendide foto e zeppo di informazioni.
Sotto questo profilo mi lancio in un ulteriore suggerimento, questa volta a voi: dovendo sceglierne uno, optate per il doppio CD in formato libro.
SETLISTEcco qui:
Churchill’s Speech
Aces High
Where Eagles Dare
2 Minutes To Midnight
The Clansman
The Trooper
Revelations
For The Greater Good Of God
The Wicker Man
Sign Of The Cross
Flight Of Icarus
Fear Of The Dark
The Number Of The Beast
Iron Maiden
The Evil That Men Do
Hallowed Be Thy Name
Run To The HillsDi fronte a cotale ben di dio, credo in franchezza che ogni commento sia superfluo.
Mi permetto solo una breve chiosa: in mezzo a tanti classici senza tempo, i brani meno popolari ed eseguiti più raramente dal vivo, come “For the Greater Good of God”, “The Clansman” e “Sign of the Cross”, non sfigurano nella misura più assoluta. Anzi.
PRODUZIONETremano sempre i polsi quando c’è lo zampino di zio
Steve dietro alla
consolle. La titolarità delle operazioni, in ogni caso, va spartita con l’affidabile
Tony Newton, che aveva già svolto un lavoro egregio in occasione di “
The Book of Souls: Live Chapter”.
Anche in questo caso, pur senza gridare al miracolo, la pagnotta la si porta a casa: la sezione ritmica esce nitida e spavalda dalle casse, mentre la voce di
Bruce, sebbene troppo frontale, s'incastra abbastanza nel tessuto strumentale. Peccato per alcuni passaggi di chitarra un po’ timidi e per un pubblico lasciato più nelle retrovie del solito a livello di
mixing -può darsi, però, che questo per voi sia un punto a favore-, ma nel complesso si è sentito di (molto) peggio.
Piccola nota di colore: anche in questa occasione, come nel precedente
live album, si odono qua e là arrangiamenti di tastiera davvero sovraesposti (su “
Sign of the Cross” in particolare). Forse il buon
Newton ha un debole per detto strumento…
ESECUZIONECome scritto in premessa, si sarebbe forse dovuto sfruttare il sovrannaturale stato di forma che la band sfoggiava nel 2018. Gli
show dell’anno successivo, per quanto comunque fantastici, hanno visto un
Nicko ed un
Bruce mediamente meno brillanti.
In “
Nights of the Dead, Legacy of the Beast: Live in Mexico City”, ad ogni modo, tutto fila liscio, al netto, per l'appunto, di qualche passaggio un po’ stentato del succitato
Dickinson, che incappa in una serata non straordinaria, come talvolta gli capita (ricordiamo, ad esempio, Roma nel 2016).
Ah, se solo aveste scelto di registrare la data di Firenze o Trieste...
CONCLUSIONIMi mancate.
Questa la prima considerazione, per quanto atecnica e puramente emotiva, che mi sorge in mente.
La pandemia maledetta mi ha già privato -tra le altre cose- delle date di
Kyoto,
Mosca e
Bologna fissate per la primavera / estate del 2020. La speranza, anche se flebile, è di poter recuperare con gli interessi l'anno prossimo.
Non possiamo che incrociare le dita.
Nel frattempo, invito tutti i
fans a rifugiarsi senza troppi patemi in “
Nights of the Dead, Legacy of the Beast: Live in Mexico City”.
Ridondante, inessenziale e non all'altezza dei migliori live della Vergine, certo, eppur così rincuorante…
Spero con tutto me stesso a presto.