Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2020
Durata:38 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. ZEPAR
  2. SHAX
  3. BELIAL
  4. AEŠMADAEVA
  5. FURFUR
  6. FORNEUS
  7. LERAJE
  8. SET THE CONTROLS FOR THE HEART OF THE SUN (PINK FLOYD COVER)

Line up

Non disponibile

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Uscito a giugno di quest'anno in formato CD grazie alla Epictural Production, "Imperii Templum Aries" viene ristampato in formato vinile dall'italiana I, Voidhanger Records che ci offre, dunque, la possibilità di conoscere questo misterioso progetto belga il cui monicker sta a significare Pesci e Ariete.
L'album, dal punto di vista concettuale, è una rappresentazione mistica del segno astrologico dell'Ariete, ma anche una sorta di studio basato sulla Goetia e sulle teorie di Austin Osman Spare, artista, mago e occultista tra i più affascinanti del ventesimo secolo, mentre, dal punto di vista musicale è un ibrido black/death feroce, letteralmente indiavolato, sorretto da una sezione ritmica che non concede tregua e da una interpretazione vocale torturata e brutale che aiuta a conferire una atmosfera sulfurea ad un disco che, anche senza le voci, avrebbe puzzato di zolfo lontano un chilometro.
Il progetto belga, presumibilmente una one man band, con la sua proposta tende a non fare prigionieri e ci assale con un suono intransigente e magmatico che, intelligentemente, riesce ad amalgamare, anche, partiture più "melodiche", inflessioni quasi psichedeliche (non è un caso che l'album si chiuda con una sconcertante cover di "Set The Controls For The Heart Of The Sun" dei Pink Floyd) e momenti di pura magniloquenza, sottolineando quell'atmosfera mistica e regale che permea tutto l'album e che si sposa con il comparto lirico al quale ho accennato il precedenza.
Ôros Kaù è, dunque, blasfema violenza.
I brani si susseguono brutali e senza tregua.
I nostri sensi vengono dilaniati dalla intransigenza delle note.
L'ibrido death/black suona moderno ed assolutamente misantropico poiché, tra le sue spire, c'è poco di umano e molto, al contrario, di luciferino.
Tutta la violenza sprigionata dall'album non è, tuttavia, fuori controllo: quello che appare evidente è una mente, distorta, che la governa e la plasma secondo le sue esigenze, una mente che ragiona e, proprio per questo, abile nel risultare inquietante nel saper controllare un caos altrimenti inarrestabile e, probabilmente, meno efficace.
Ôros Kaù, quindi, è una sorta di antico sacerdote che officia il suo rituale oscuro nel quale ci invita a sprofondare e con il quale ci distrugge nel profondo dell'animo.
"Imperii Templum Aries" è il suo tempio e l'artista belga ci invita ad ammirarlo in tutto il suo lucido splendore inchinandoci alle litanie, malate, di un musicista sopra le righe e difficilmente inquadrabile in qualcosa di conosciuto o vagamente rassicurante.
In attesa di essere di nuovo chiusi dentro le mura domestiche, vi invito a regalarvi un lavoro che difficilmente potrà deludere tutti coloro i quali amano l'estremo vero e non di facciata, con la consapevolezza che l'ascolto di una musica del genere, così disturbante e folle nella sua lucidità, potrebbe essere in grado di modificare la vostra percezione della realtà piegandola ai voleri del Male.
Quello assoluto.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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