In Australia non ci sono soltanto hard-rock bands dal sound potente ed accessibile più o meno a tutti, come Ac/Dc, Rose Tattoo, Tame Impala o Airbourne, ma esistono anche realtà estreme e caotiche che propugnano stili distruttivi e nichilisti per gli stomaci più robusti.
Tra i tanti, spicca il nome dei
King Parrrot di Melbourne, che dal 2010 ad oggi si sono fatti largo grazie ad un grindcore-punk brutale, urticante, feroce ma anche variegato, che li ha portati all'attenzione dell'underground internazionale.
In questo difficile periodo di pandemia globale, il quintetto pubblica un breve e furibondo Ep di quattro brani per soli otto minuti di durata. Poco, senza dubbio. Però bisogna dire che lo stile dei
King Parrot è talmente brutale, bruciante e schizofrenico, che perfino un lavoro così minimale acquista senso.
Nei due minuti e mezzo di "
Banished, flawed then docile" c'è tutta l'essenza di questa formazione: un magma adrenalinico di grind-core, urla post-punk, fangosità sludge, come se i primi Napalm Death si fossero fusi e stonati insieme agli Zeke ed agli Eyehategod. Roba testicolare e rissosa alla massima potenza.
"
Nor is yours" è devastante violenza sonora che vede la presenza in sottofondo del guru Phil Anselmo, produttore del lavoro, mentre "
Blunder to asunder" e "
Kick up a stink" mostrano l'heavy-raw-groove composto da velocità, parossismo, distorsione e follia, caratteristico di questa band.
Una chicca da collezionisti, per un gruppo che non concede respiro e non molla di un millimetro.
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