Giovane band austriaca di Graz, i
Witchrider pubblicano per
Fuzzorama Records il loro secondo album, seguito del significativo debutto "Unmountable stairs" del 2014. A sei anni di distanza, il loro rock alternative/grunge/stoner non ha perso smalto, confermando l'impianto costituito da chitarre ruvide, arrangiamenti elettronici e soprattutto una grande predisposizione alla melodia accattivante ed ai ritornelli catchy ed insinuanti.
Si tratta di una band che piace ad un pubblico trasversale, lo dimostra il fatto che questi ragazzi hanno diviso il palco con nomi importanti e variegati quali Truckfighters, Blues Pills, Colour Haze, Kadavar, Karma to Burn, Monkey3 ed altri, ottenendo un discreto seguito underground in patria ed ispirandosi alla musica di tali formazioni.
Accattivanti, a tratti quasi pop-oriented, possono ricordare i Queens of the Stone Age, i Truckfighters, qualcosa dei Masters of Reality e delle Desert Sessions, ma con attitudine più radio-oriented. Il fulcro essenziale sono le parti vocali affidate al chitarrista/vocalist
Daniel Dorninger, pacate e suadenti, però i brani non risultano stucchevoli o zuccherosi. C'è dinamismo, atmosfera, una certa tensione scenografica, vedi "
Keep me out of it", anche una buona rocciosità stoner come nella graffiante "
Shadows" (molto Truckfighters/Sasquatch) o nella più torbida e vagamente psichedelica "
First you break", dall'andamento spiraleggiante e ricca di chitarre effettate.
Più sferragliante e grungy un pezzo diretto come "
You lied" dove si sente l'eco dei primi QotSA, mentre la title-track è una morbida incursione nel post-rock lunare e malinconico. Di grande effetto.
Ci sono alcuni episodi più di maniera, come "
I am confused" dove l'ombra di Homme e soci è davvero troppo evidente (i coretti in sottofondo sono al limite del plagio) o l'alt-radio-rock di ultima generazione "
Come back", ma nell'insieme i ritornelli funzionano in modo efficace e la struttura strumentale propone momenti di buona intensità.
I
Witchrider dimostrano di sapersi disimpegnare con profitto, puntando su un songwriting di robusta fattura, su melodie incisive, vocals adeguate ed una gradevolezza generale sopra la media. Manca ancora qualche guizzo di genialità, ma per il secondo album di una giovane band c'è materiale più che sufficiente per promuoverli.
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