Dunque, prendo un bel respiro:
Winger Alice Cooper Whitesnake Eric Clapton Bob Dylan Twisted Sister Dokken Night Ranger Bee Gees Andy Timmons...
Questi sono solo ALCUNI degli artisti con cui ha collaborato
Reb Beach da Pittsburgh, PA. Un chitarrista eclettico, solido, affidabile e talmente versatile da avere, nella sua carriera da turnista/membro fisso, inanellato una serie impressionante di lavori, risultando sempre estremamente convincente e piacevolissimo all'ascolto.E il fatto che ci abbia messo ben 18 anni a pubblicare il suo secondo album solista dopo "
Masquerade" è principalmente dovuto alla sua intensissima attività di touring (e studio) con
Winger e
Whitesnake. Ma finalmente il momento è arrivato, ed il buon Reb ci serve su un piatto d'argento questo gran bell'album, "
A View from the Inside", che fornisce la perfetta sintesi dello stile del chitarrista statunitense.
Sì, perché l'album è capace di presentare brani più diretti come la opener "
Black Magic", ad altri decisamente più fusion come "
Little Robots" o una "
Aurora Borealis" costruita sulle mille sfumature del tapping. La tecnica eclettica e polimorfa di Reb viene fuori soprattutto in "
Attack of the Massive", in cui potrete sentire echi di Satriani, ma in cui potrete soprattutto godere di un Chitarrista con la lettera maiuscola, che ha ormai forgiato uno stile proprio e riconoscibile.
Pochissimi cali di tono per un album suonato superbamente, e non solo da Reb (leggasi la nutrita lineup di fenomeni a sinistra), prodotto molto bene e con un suono arioso, che permette di godere appieno di questa piccola perla di hard rock/fusion/guitar extravaganza davvero da leccarsi i baffi.
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