L.A. Guns - RILEY’S L.A. GUNS - Renegades

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:38 min.
Etichetta:Golden Robot Records

Tracklist

  1. DON’T WANNA KNOW
  2. RENEGADES
  3. WOULD
  4. ALL THAT YOU ARE
  5. WITCHCRAFT
  6. YOU CAN’T WALK AWAY
  7. LOST BOYS
  8. WELL OILED MACHINE
  9. WHY ASK WHY
  10. CRAWL

Line up

  • Steve Riley: drums
  • Kelly Nickels: bass
  • Scott Griffin: guitar
  • Kurt Frohlich: vocals

Voto medio utenti

Che confusione!
La lineup di questi L.A GUNS vede il drummer Steve Riley e il bassista Kelly Nickels che hanno suonato con Tracii Guns, Mick Cripps e Phil Lewis nel ‘classico quintetto’ Guns.
Bene.
Che è successo ora?
Che Riley e Nickels hanno reclutato il bassista storico dei Ratt, Scott Griffin, ed il vocalist / rhythm guitarist Kurt Frolich per completare il "nuovo quartetto" GUNS
Ricapitolando, abbiamo in attività 2 L.A.GUNS line-up in 2 differenti bands che si chiamano entrambe L.A.GUNS

Ora, line-up e ( probabili ) beghe legali a parte, come è la musica che poi è la cosa più importante?
Beh, qui devo ammettere che i "nuovi" L.A GUNS hanno lasciato per strada qualsiasi velleità street-glam e hanno sfornato un solido album di hard-rock che ha molte frecce al proprio arco
Certo, c'è molto mestiere nelle 10 tracce che compongono questo "Renegades" ma c'è anche molta energia, un songwriting ispirato e dei bei riff semplici ma incisivi. Si parte in quarta con la potente, marziale "Crawl" per passare all'up tempo "Why Ask Why" e all'anthemica "Well Oiled Machine", un trittico iniziale che meglio non potevamo sperare con le chitarre che ruggiscono.
Un tocco di "old glam" lo troviamo nella corale "Lost Boys" , mentre "You Can't Walk Away" è una semplice - ma non banale - ballad messa proprio al centro del disco.
I ritmi tornano ad essere sbarazzini in "Witchcraft" e nella quasi AOR "All That You Are" con un refrain da cantare a squarciagola mentre "Would" è un pezzo un pò insulso a mio parere ma è solo una parentesi ... la titletrack ( pur pagando una certa ripetitività di fondo ) e soprattutto la conclusiva e veloce "Don't Wanna Know" ci ricordano che la "vecchia guardia" è ancora quella che ruggisce meglio.




Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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