Ammetto candidamente che dei
Misanthropia, pur in giro da quindici anni e giunti con questo "
Convoy Of Sickness" al loro quarto album in studio, io non avessi mai sentito parlare.
Mi scuso, dunque, sia con il gruppo sia con i loro fan, se il mio giudizio sul nuovo album non terrà conto delle eventuali evoluzioni che la band avesse realizzato nel corso della sua, ormai, lunga carriera, e se i Nostri siano migliorati o peggiorati.
Fatta questa bella premessa, devo dire che
"Convoy Of Sickness", del quale mi ha colpito subito la copertina per via dei richiami a "The Somberlain" e "Abigail", dischi patrimonio dell'umanità, non è un lavoro particolarmente interessante.
Mi spiego: il black metal del gruppo olandese, dalla matrice evidentemente sinfonica e dai richiami al death e al thrash, risulta essere piuttosto innocuo e abbastanza scontato, tanto che, anche le velate influenze di matrice Mercyful Fate / King Daimond che è possibile ascoltare qui e la, non ne sollevano il risultato finale, relegando
"Convoy of Sickness" al livello di album prodotto benissimo (la mano di Mike Wead dietro la console è garanzia di qualità) ma distante dal saper realizzare quelle atmosfere tetre e horror che il gruppo, certamente, aveva in mente in fase di songwriting.
Va detto che i
Misanthropia ce la mettono tutta e, come già evidenziato, arricchiscono i pezzi di influenze varie, dimostrando, anche, una buonissima perizia strumentale ed una gran cura negli arrangiamenti, ma tutto questo non permette, in ogni caso, di aspirare a qualcosa di più che una striminzita sufficienza, frutto più del mio buon cuore che del reale valore del disco.
Non amo mai parlare "male" di un album, soprattutto quando ho a che fare con artisti che credono in quello che fanno, come il caso dei Nostri, ma non posso consigliarvi l'ascolto di
"Convoy of Sickness" soprattutto perché nel genere c'è tanto di meglio, sia se guardiamo in ambito estremo, sia se volgiamo il nostro sguardo al passato in direzione Danimarca dove qualcuno ci ha regalato capolavori assoluti in materia di concept orrorifici, terreno nel quale si sono avventurati i
Misanthropia senza averne, a mio avviso, il talento sufficiente.
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