Quante possibilità ci sono che una giovane band finlandese dalle grandi capacità tecniche e dalla dirompente carica aggressiva riversate in un melodic death metal moderno ma fortemente ancorato ai capisaldi del genere sfugga alla vista aguzza della
Inverse Records?
Credo si resti nel campo delle percentuali ad una cifra, per stare bassi, e gli
Slow Fall, quintetto originario di Oulu (sì quella di
Impaled Nazarene, Kalmah, For my Pain per intenderci) non costituiscono la famosa eccezione.
E per fortuna, aggiungerei!
Sì perchè "
Beneath The Endless Rains" -che è il debut album del quintetto dopo un Ep del 2017- è manna per gli amanti del death melodico targato nord Europa.
I nostri buttano nel calderone del proprio talento le spinte moderniste dei
Cipher System, il gusto per la melodia di
Insomnium ed
Omnium Gatherum, la decadente maliconia degli ultimi
Amorphis ed una goccia di oscurità targata
Dissection (fate partire "
Witnesses to the Fall of Night" e poi mi direte...) e ne estraggono 8 tracce dalle molte stratificazioni ma in grado di incollare immediatamente alle casse.
La modernità della proposta si limita alla ormai classica alternanza tra harsh e clean nelle parti vocali e poco altro; l'elettronica è infatti relegata ad alcuni passaggi di breve durata. Ciò che balza invece all'orecchio immediatamente sono i rimandi ai classici citati prima senza mai scadere nella copiatura: le melodie sono personali e coinvolgenti (le bellissime "
Under This Corroded Sky" e "
When the Suns Collide" avrebbero reso orgoglioso
Miika Tenkula), le atmosfere - tratteggiate soprattutto dalle chitarre e dai rari inserti delle tastiere di
Markku Kerosalo - sognanti, decadenti e malinconiche ("
Exile The Day" o "
Drown (Beneath the Endless Rains)".
Ma ad esaltare (il sottoscritto) veramente sono i pezzi in cui la band scatena l'armamentario pesante: la già citata "
Witnesses To The Fall of Night" e "
Tomorrow Is A Buried Hope" grazie al loro incedere granitico, ai loro riff al vetriolo accompagnati da un gusto melodico fuori dal comune si segnalano come gli episodi migliori del platter.
Ho fatto fatica invece a digerire "
Everything Left With Nothing", la traccia di chiusura del disco, in cui il singer
Markus Taipale duetta con una voce (bellissima, invero) femminile ospite: il brano è sicuramente interessante ma mi è parso fuori contesto nel tessuto organico del disco.
Disco che è davvero oltre le aspettative e di una qualità di parecchio sopra la media delle uscite di genere dell'anno.
Disco da avere nella propria collezione senza nemmeno pensarci un secondo!
Slow Fall - "
Witnesses to the Fall of Night"
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?