C’è un termine inglese che sovente viene usato per descrivere dischi di brutal death metal e che non ha un equivalente in italiano, in quanto sarebbe difficile tradurre con una parola sola il concetto di “
essere colpito ripetutamente con i pugni”. Questo termine, “
pummeling”, fa proprio al caso dei
Depravity, feroce band australiana che, con questo “
Grand Malevolence”, giunge al secondo full-lenght dopo “
Evil Upheaval” del 2018.
La tempesta barbarica che ci assale appena premuto il tasto play, con l’iniziale “
Indulging Psychotic Thoughts”, ci preannuncia il dissolvimento dei padiglioni auricolari all’esito dei 49 minuti di questo disco, il quale si presenta subito come formalmente ineccepibile. Ben composto, ben suonato e ben prodotto, con una prova tecnica di assoluto spessore e un songwriting che è sì smaccatamente aggressivo e veloce, ma anche capace di lasciare spazio a degli assoli fulminanti, come in “
Invalid Majesty”, nonché ad atmosfere apocalittiche come in “
Cantankerous Butcher” e la conclusiva “
Ghosts In The Void”.
Siamo dalle parti degli
Spawn Of Possession e comunque della scuola americana tra
Suffocation,
Incantation e
Malevolent Creation.
Quello che colpisce dei
Depravity è la visceralità e la brutalità del suono, il cui fine non è mostrarsi nella sua ineccepibile forma, specchiandosi in se stesso, quanto nella volontà indomita ed indefessa di colpire l’ascoltatore, fargli male fisico, e ridurlo letteralmente in cenere.
Il magma sonoro che fuoriesce dai solchi di questo disco è asfissiante, così denso e ribollente che alla fine diventa sfibrante e sfiancante e ci si spaventa di quanta ferocia possa trasmettere.
A tal riguardo la prova del batterista, per dinamicità e varietà delle soluzioni, è un terremoto di inaudita magnitudo che spazza via qualsiasi cosa si pari sul proprio cammino.
L’eccessiva lunghezza del disco può essere un limite, e in effetti con un paio di pezzi in meno il disco sarebbe stato maggiormente fruibile, per quanto questo aggettivo possa essere adatto ad un disco simile.
Il valore aggiunto di questo disco è lo splendido artwork, vecchio stile, da old school death metal, che cita i capisaldi del genere.
Ad ogni modo “
Grand Malevolence” è quanto di meglio vi capiterà di ascoltare quest’anno in ambito estremo e deve essere assolutamente vostro.