Ma la modestia.
Facciamo un esercizio, un classico di ogni corso di scrittura creativa: scriviamo un pezzo partendo da una frase. La frase, in questo caso, la estrapoliamo dalle
liner notes che accompagnano il qui presente secondo full-length degli americani
Awaken, dal titolo "
Out of the Shadows", uscito già indipendentemente nel 2019 e adesso ri-rilasciato dalla
Pure Steel Records. Ecco la frase, quoto:
Official Press ha scritto precedentemente:
AWAKEN are so independent that any comparison with FATES WARNING, DREAM THEATER and SYMPHONY X is forbidden.
Ecco. Con tutte le sue belle maiuscole e Caps Lock. Ora, amici Awaken o amici della Pure Steel o chiunque abbia scritto ciò, affermare che gli Awaken sono così indipendenti (credo si intenda 'originali') che qualsiasi paragone con FW, DT e SX sia PROIBITO, può significare solo due cose: o avete fatto il disco del decennio, o state '
sborando' (termine romagnolo per indicare chi si vanta eccessivamente, spesso a sproposito, es. '
Ue, Loris, mo sa dit, ma sbora meno valà!' trad. '
Amico Loris, ma cosa dici, ti consiglio di essere meno borioso e/o arrogante').
Che poi, ascoltando il disco, ci si trovi davanti a un doppio cd per 90 minuti di musica, che poi alla TERZA traccia mi ci mettano una cover (mal riuscita) del (bellissimo) brano '
Ride like the Wind' di Christopher Cross, che si sparino una mega suite negli ultimi tre brani, e che in realtà di metal prog fatto discretamente qui ce ne sia anche, non la racconta tutta sulle aspettative (mal)create dal cappello introduttivo. Gli Awaken suonano ormai un power-prog che si appoggia spesso in territori più
Symphony X-meets-Iced Earth, sorretti però da un ventesimo dell'ispirazione delle due bands succitate, una produzione appena discreta, una voce (il buon Glenn DaGrossa) che a me non fa impazzire per niente, e brani a volte arzigogolati per il solo gusto di arzigogolare, pur presentando qualche momento riuscito qui e là (alcuni pezzi della succitata "
Nine Circles", "
Moments of Truth" o la title track).
Insomma, quello che poteva essere, quello che pensano che sia, e quello che in effetti è, sono tre realtà solo tangenti. Gli
Awaken di oggi sono una band con un milione di idee, un Ego niente male ma un estremo bisogno di concretezza e di
focus, cosa che a questo album spesso manca.
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