Tomorrow's Eve - The Mirror of Creation 2 - Genesis II

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2006
Durata:68 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. MAN WITHOUT A NAME
  2. AMNESIA
  3. PAIN
  4. THE EVE SUITE
  5. A GENTLE LIGHT
  6. THE MARKET OF UMBRA
  7. EYE FOR AN EYE
  8. IRREVERSIBLE
  9. DISTANT MURMURS
  10. REBIRTH
  11. HUMAN DEVICE
  12. THE TRIALS OF MAN

Line up

  • Martin Le Mar: vocals
  • Rainer Grund: guitars
  • Chris Doerr: bass
  • Tom Diener: drums
  • Oliver Schwickert: keyboards

Voto medio utenti

All'esordio su Lion Music con una formazione rinnovata per 3/5, i progster tedeschi Tomorrow's Eve realizzano la seconda parte di "Mirror of Creation", concept "mindcrimiano" in cui il protagonista viene aiutato da una dottoressa a ritrovare la propria identità e memoria perdute a seguito di un'esperimento che prevede la clonazione umana tramite il DNA. Malgrado i riferimenti espliciti al capolavoro dei Queensryche (il breve intro parlato in stile "I Remember Now"), gli ascolti attenti e ripetuti su musica e parole ci rivelano che siamo di fronte ad un piccolo capolavoro focalizzato su ritmiche heavy molto sostenute dalle chitarre unite ad una spiccata propensione alla melodia che non va mai a scapito della complessità strutturale dei brani. Rispetto alla prima parte (uscita nel 2004), la band ha ridotto di molto le parti strumentali cercando di creare una ricca e sontuosa atmosfera di fondo con piano e tastiere,ma il vero nuovo punto di forza è il cantato potente ed intenso di Martin Le Mar (già in "Oniric metal" di Vivien Lalu, che gli ha ricambiato il favore suonando le tastiere in "The market of umbra"), splendido incrocio tra Geoff Tate ed Andy Kuntz (grandioso il duetto con la vocalist dei Cheeno Jenny Kloos in "The Market of Umbra", brano melodico dai numerosi cambi di tempo strumentali) che si destreggia abilmente tra Faith no More (la trascinante "Pain" sa molto di "Epic"), i Queensryche orientaleggianti di "Promised Land" ("A Gentle Light"), gli Evergrey più intimi e malinconici (la breve struggente "Eye for an Eye" in cui è accompagnato solo dal piano), il power prog melodico e corale ("Distant Murmurs"), melodie miste a voci filtrate e rabbiose ("Rebirth"), ritmiche dure e marziali condite da accelerazioni e cambi di tempo in cui spiccano le parti di piano ("Human Device"), ma tutto ciò è solo il preludio all'epico finale con i 17 minuti di "The Trials of Man", calderone ribollente di influenze ben dosate e trattate con gusto molto personale (a parte un piccolo prestito da "Pull Me Under" a inizio brano) in cui confluiscono Queensryche, Dream Theater, Conception, Poverty's No Crime, Vanden Plas, 12 minuti pieni di grandi melodie, cori, parti strumentali mai fuori luogo, cambi di atmosfera e 4 minuti di silenzio interrotti da un breve solo di chitarre acustiche a chiudere un capitolo importante nella storia del prog metal cerebrale che non deluderà i mental-metallers più incalliti alla strenua ricerca di un disco completo e complesso, sperando che nel 2007 il tour che li vede coheadliner con i Cornerstone ce li porti anche dalle nostre parti.
Recensione a cura di Carlo Viano

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