I romani
Lunarsea giungono qui al primo disco, dopo un paio di demos. La band, per sua stessa ammissione, si definisce come un mix tra Children Of Bodom ed In Flames.
Il nuovo “Hydrodynamic Wave”, che esce per l’etichetta greca Burning Star, è un disco che però non si limita ad incorporare le influenze succitate, in quanto un certo flavour progressivo e certe melodia tipicamente power valgono a movimentare un po’ la proposta, la quale se fosse rimasta nelle coordinate del melodic death scandinavo sarebbe stata sicuramente molto meno personale.
Sin dall’iniziale “Beside The Driver”, della quale è presente anche il video, possiamo notare che la band dal punto di vista compositivo ha le capacità di creare strutture articolate, spesso coinvolgenti, dove tastiere e clean vocals equilibrano un growler poco ispirato e alcuni passaggi invece troppo debitori delle bands succitate.
Nel complesso però il disco fila via ed è abbastanza piacevole, ottime sono “Hate Net On Barren Heart” e “Qubenauts”, mentre “Evolution Pla.Txt” ha un inizio che è prettamente elettronico.
“Onirica Frequencies” è una buona strumentale anche se troppo autoreferenziale.
Buona la produzione, che ha la fortuna di non essere ormai omologata come tutte quelle che vengono dal nord e che sono marchiate Tue Madsen e Antfarm Studios. Quindi un po’ meno potenza e un po’ più feeling.
Nonostante qualche passaggio a vuoto i Lunarsea si fanno apprezzare, anche se bisogna anche dire che la prova del nove sarà col prossimo disco, dove la band dovrà dimostrare maturità e soprattutto di sapersi affrancare dai numi tutelari, cercando una via ancora più personale in un contesto che è ormai inflazionato e dove tutto è stato già detto. Buona fortuna.
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