Un disco plasticoso che più plasticoso di così si muore.
Anzi è plasticoso il disco che il supporto cd su cui è registrato, il che è tutto dire.
Tuttavia “Fatal Design” è davvero irresistibile, con le sue ambientazioni classicamente finlandesi, coi suoi riffoni maliziosi che aspettano il chorus per esplodere, con le strofe sussurrate che nel ritornello sfiorano (anzi, lo centrano in pieno) il pop più commerciale e schifosamente falso, tipo le Tatù, Avril Lavigne o roba del genere, infatti mi stupisco di come ancora non abbiamo visto gli Entwine su MTV, o forse ci girano ma io non li ho visti dato che boicotto questa emittente come il vino col bisolfito.
In ogni caso il finnish rock degli Entwine, che a quanto pare sono anche dei discreti ragazzetti, aveva già avuto grande risonanza nel precedente “Dieversity” in cui, come ci diceva il nostro Whora, ogni brano era un potenziale singolo.
La cosa si ripete in “Fatal Design”, ogni brano, simile anzi sputato nella struttura a quello precedente, sarebbe perfetto per un video, anzi chiudendo gli occhi le immagini vengono fuori da sole.
Questo perché? Beh semplice, di dischi come questi ne saranno usciti e ne usciranno sempre a migliaia, originalità sotto i piedi, inesistente, praticamente basta canticchiare un motivetto carino, metterci sotto un chitarrone a supporto (ma molto sotto eh), sparare una bella voce melodica in primo piano ed ecco che un disco è pronto nel giro di una settimana. Tutto questo senza screditare la band, ci mancherebbe, dato che fa questo con grande risultato ed alta professionalità e mangia tranquillamente in testa a band ben più (immeritatamente) famose come ad esempio gli Evanescence…ed altre su cui sorvolo per quieto vivere.
Se tutto questo fa per voi, “Fatal Design” è il disco del vostro momento.
Poi magari il momento dura un mese, non è certo un genere dalla longevità elevata, ma fa la sua porca figura e al 90% la rifarà anche quando lo ritirerete fuori dopo parecchi mesi. Bravi Entwine!