I
Chalice si sono formati nel 2016 e hanno lavorato a questo disco nei cinque anni che hanno preceduto la sua pubblicazione, che avviene ora, sul finire del 2020, anticipato da un EP, "Silver Cloak" uscito nel 2019 sempre per la
High Roller Records. "
Trembling Crown" però non rende compiutamente merito agli sforzi messi in campo dal quartetto finlandese, che forse ha girato troppo attorno a queste canzoni, ma che sicuramente ha dalla sua ancora diversi aspetti da rivedere.
Piace, comunque, il bell'abbrivio messo in mostra nei primi passaggi dell'opener "
Night’s Hands", foriera di sonorità metalliche tipiche dei primi anni '80, che per quanto cozzi con scelte corali non particolarmente azzeccate mette in mostra le discrete qualità della band, che però poi si perde un po' per strada con la seguente titletrack, certo non il miglior episodio del disco, non tanto per l'ispirazione più hardeggiante quanto piuttosto per degli arrangiamenti scompaginati e per la prova incolore del cantante
Verneri Benjamin Pouttu.
"
Hunger of the Depth" svela un riuscito taglio malinconico e inquietante, peccato per quei vocalizzi eterei che poco c'entrano con il mood del brano, che poi si riscatta nel doomeggiante finale che mi ha fatto pensare ai primi Lake of Tears. Più aggressive e orientate al Classic Metal sia la strumentale "
Karkanxholl", dove i
Chalice riescono a mettere in campo delle trame niente male (e che avrebbero meritato un maggior supporto nella resa sonora), tanto la ruvida "
Wings I’ve Known" dove ancora una volta sono le parti vocali a non convincere del tutto. Un problema che affligge anche "
The Key", che riesce a bilanciarle con il solito buon gusto nelle melodie e nel guitarwork, quest'ultimo appannaggio di
Mikael Cristian Haavisto e dello stesso
Pouttu. Non stupisce quindi incappare in un delicato arpeggio quando è ora di dare il via alla conclusiva "
Stars", un pezzo dal retrogusto folkeggiante (nella presentazione dell'album il brano viene accostato agli Wishbone Ash) che alterna momenti interessanti ad altri pretenziosi nel loro voler unire Doom ed Epic, con entrambi gli scenari che mettono ancora a dura prova le capacità interpretative del vocalist finlandese.
Su "
Trembling Crown" non è solo la corona a tremare: per i
Chalice c'è ancora troppa poca solidità. Sufficienza di stima e rimandati... alla prossima occasione.
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