NOMEN OMEN.
Al quarto album, i
Tragedian di
Gabriele Palermo cambiano di nuovo line-up e ci 'regalano' (col cacchio, te lo devi comprare) un album del più brutto power metal che riusciate a immaginare. "
Seven Dimensions" modestamente pecca in tutto: produzione appena sufficiente, il nuovo cantante
Joan Pabón non ha una voce indimenticabile tutt'altro, i solos di Gabriele Palermo sono
terrificanti, ai limiti del sopportabile, e per concludere le songs sono fiacche, strutturalmente fiacche, per quanto la buona sezione ritmica ci tiri dentro come assassini, cercando senza colpa di risollevare un guazzabuglio sonoro che non va da nessuna parte.
Hai voglia poi a infarcire il disco di canzoni vecchie ri-suonate, bonus tracks, edit versions, guests del calibro di Zak Stevens, ecc ecc: se un album è difettoso, difettoso rimane. E "Seven Dimensions" non è, secondo chi vi scrive, il posto in cui spendere soldi, tempo e padiglioni auricolari. Oh, poi fate voi, eh.
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