"Szary Wilk" vuol dire Lupo Grigio, un monicker perfetto per il terzetto polacco al suo esordio, grazie alla Putrid Cult, con "Wrath" un album che ha il sapore degli anni '90 ed una fierezza ottimamente rappresentata da un animale affascinante e pericoloso come il lupo.
Il black metal del gruppo è intriso di spirito pagano, è orgoglioso, epico in ogni inflessione e chiaramente rivolto al passato grazie alla sua magica alchimia di scuola svedese, norvegese e finlandese, una alchimia che rende "Wrath" melodico, barbarico, gelido, spietato e dall'atmosfera minacciosa che, come una coltre di nebbia, riveste ogni singolo brano rendendolo attraente e, al contempo, misterioso, proprio come se si camminasse di notte, in un bosco, e si avesse la costante sensazione di essere osservati da qualcosa di non amichevole.
Gli Szary Wilk esprimono queste sensazioni grazie ad un suono "pieno", a tratti doomish, basato essenzialmente sui mid tempos, senza, tuttavia, che parti più veloci siano disdegnate, ferocemente battagliero e arricchito, in modo molto velato, da tendenze folk che si sposano perfettamente con suadenti melodie malinconiche dallo spirito misantropico, in un connubio che, ne sono sicuro, Quorthon avrebbe apprezzato, e che rendono "Wrath" davvero affascinante e senza tempo poiché la bellezza di questa musica, quando fatta in questo modo, non ha davvero nessuna limitazione temporale.
Cari signori, qui siamo al cospetto di poesia notturna.
Una poesia che può risvegliare il nostro sopito spirito di rivincita verso un mondo ormai destinato alla fine.
Album bellissimo e famelico.